L’autore è Consigliere
dell’Istituto Internazionale
Assaggiatori Caffè e
Amministratore del Centro
Studi Assaggiatori
N
onsonoungrandefandeisupermer-
cati,mi annoiamolto fare la spesa.
Ma sbaglio perché tra il mezzo di
chilodi zucchineeun’occhiataallo
scaffale del caffè (chiamatela pure
deformazioneprofessionale),puònascondersi
invece il tempoper qualche riflessioneutile
in fin dei conti anche al lavoro che svolgo
conuna certa frequenza: il formatore.
Può capitare così di adocchiare sulla rivista
delmio supermercatodi quartiere, dal chia-
rissimotitoloConsumatori,unpezzodedicato
all’analfabetismodiritorno.Untemachemiha
sempre affascinato perché rac-
chiude in séunodei piùgrandi
sprechidell’etàcontemporanea.
Immaginate di essere lo Stato
e di investire ingenti risorse fi-
nanziarie ementali per dare a
una popolazione la capacità di
leggereediscrivere.Immagina-
te anche di immobilizzare una
partedi questo capitaleumano
sino alla rispettabile età di al-
meno23anni, se tuttovabene,
perdargliuntitolodistudioche
dovrebbecorrispondereaunec-
cellente livellodi conoscenza e
comprensione della realtà.
Poi aprite la suddetta rivista e leggete che
“complessivamenteoltre il 70%degli italiani
si trova sotto il livello di comprensione di
un testo scritto di media lunghezza. Dun-
que non è in grado di leggere un giornale,
o un libretto di istruzioni, di comprendere
un contrattodi lavoro, ounprogrammapo-
litico, o il ‘bugiardino’ di un farmaco”. Voi,
lo Stato, non vi sentireste mancare la terra
sotto ipiedi? (Larispostaèsìnelmiglioredei
mondi possibili, nonelmondo realepoiché
voi, lo Stato, forse avete consapevolmente
usato il sistemascolasticocomeguarnizione
deformabile tra altri settori più interessanti
per i vostri fini privati).
Ora,aldilàdianalisipolitichechepotrebbero
lasciare iltempochetrovano, ilproblemaper
noi formatori del caffè è reale. Significa che
quandoentriamo inun’aula il 70%deinostri
studenti potrebbe averedifficoltà reali a ca-
pirciquando iniziamoaentrareneldettaglio
(qualcunopotrebbe obiettare a ragione che
in verità la percentuale saràminore perché
gli studenti inqualchemodo si autoselezio-
nano, ma credo che ciò sia vero sino a un
certopunto).
le competenzenecessarie
Oraquindi è facilecapirecome ilnododella
questionenonèsolosullacompetenzadelfor-
matore,condizionenecessariamanonsufficien-
te.èsoprattuttosulsuoapprocciopedagogico
chevaposta l’attenzioneesullasuaempatia.
Imigliori formatori che ho conosciuto sono
quellichearrivanostrematilasera:nonsolosan-
no,masannospiegareevoglionofarsicapire.
I peggiori? Quelli che, narcisisticamente in-
namorati di se stessi, interpretano il corso
comeostentazionedellapropriaerudizione,
snocciolandonozionisenzapreoccuparsidei
propri studenti. Con grande danno per il
coffee business in generale: chi passa una
giornata a difendersi da concetti e idee che
gli cadono in testa come fredda grandine
non rimetteràpiùpiede inun’aula. Eproba-
bilmente sconsiglierà i colleghi di tornarci.
Per questo auspico una generazione di
maestri Manzi del caffè nel nostro pae-
se: non è mai troppo tardi, neanche per
il coffee business italiano.
M
Chi fosse interessatoacontattare l’autorepuò farlo
scrivendo a:
102
mixer
aprile 2014
GlobalCoffee
gestionie impresa
ladifficoltàdel
formatore in
unpaese incui
il70% faticaa
comprendere
semplici testi
di carloodello
Serveunagenerazione
dimaestriManzi
CARLOODELLO