APRILE 2014
Mixer
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dei maggiori esportatori di caffè, con
circa2,9milionidi sacchi (equivalente
a 174 milioni di kg di caffè verde).
Guardando i dati del mercato italia-
no, nel periodo gennaio-luglio 2013,
le importazioni di caffè verde hanno
segnatoun incrementodel 2,07%com-
plessivo rispetto allo stesso periodo
del 2012 (con5.448.417 sacchi di caffè
verde). Le esportazioni del caffè tor-
refatto mantengono un deciso ritmo
di crescita, conun aumentodi +9,89%
rispetto al 2012 (pari a 1.873.600 sac-
chi, equivalenti a 112 milioni e 416
mila kg).
Nel solo mese di luglio 2013, il dato
dell’export (pari a 15,19milioni di kg
di caffè tra torrefatto e decaffeinato),
corrispondente a un valore di € 106
milioni e 935mila, ha superato l’import
che si è attestato a 49,293milioni di kg
di caffè verde, equivalente a un giro di
affari di € 105milioni e 316mila.
IMPORT/EXPORT – SITUAZIONE
10/15ANNI
Perquantoriguardal’import,confrontan-
dogli ultimi 10anni, conunadifferenza
di 2.177.750sacchi, l’importèaumentato
del 33,36%
dall’export. Quindici anni aconfronto
ILPREZZOGIUSTO
PERBARECONSUMATORI
Unadelledifferenzechecaratte-
rizzailmercatoitalianodaquel-
lo estero è che «In Italia l’80%
del caffèbevutoèespresso,nel
mondo il 99%del caffèbevuto
è a base latte, quindi un altro
mondo»(Hoffer)eciòdetermina
anche un differenziale impor-
tantediprezzoalconsumatore.
Ma, comesottolinea ildirettore
generalediFipeMarcelloFiore,
oggi la realtàdel bar in Italia è
fortementecambiatacosì come
sonocambiate ledinamichedei
consumi. «La politica commer-
cialedell’industrianonhadiffe-
renziato ilcanalebardallaGdo.
Il risultato è chemolti prodotti
sitrovanocontemporaneamente
nei due canali, con perdita di
marginalitàperalcunidiessi al
bar.Seunbarserve500espressi
al giorno è una cosa positiva.
Maquestosignifica500 tazzine
e500piattini da lavare, conun
costo del lavoro altissimo che,
utilizzando le tabelle del mini-
sterodel lavoro, assomma a 45
centesimiatazzina.Sesiutilizza
una miscela decente che cosa
resta? Nulla obenpoco».
La via d’uscita? Differenziare i
prezzi in funzionedellaqualità
delcaffè,segmentando l’offerta
per tipologia di caffè? (Andrej
Godina).«Ancorapochiesercizi
offrono l’alternativa di caffè a
prezzi diversi. Questa è l’inno-
vazionechevorremmoportare:
dare al cliente la possibilità di
scegliere» (Fiore).
LACULTURADELCAFFÈ
«Se stiamo parlando di futuro
del mercato italiano – afferma
il presidente dell’Associazione
Caffè speciali certificati (Csc)
Enrico Meschini – dobbiamo,
oltrechecomprenderelastrada,
iniziareapercorrerlainmaniera
corretta.Glioperatoridelsettore
devonocominciareadavereuna
cultura.Solosesiamotantiafare
qualcosadi positivo, riusciamo
ad innalzare il livello culturale
equalitativo. È importante che
gli operatori comincino ad an-
dareall’estero: tuttoradi fronte
al chiccodi caffèverde lamag-
giorpartedellepersonerimane
stupefatto. È importante che si
cominciatoccareconmanocosa
succedenelmondo».
In Italia, perAlbertoPolojacdi
TriesteCoffeeCluster lacultura
è un acceleratore sul quale chi
si occupa di qualità deve spin-
gere. Ma esistono grossi corti
circuiti nel mondo caffeicolo
italiano, dove è molto difficile
fare cultura, anche se a mac-
chiadi leopardo lecose stanno
cambiando. In particolare, di-
ce, «alcuni baristimi sembrano
moltopreparati, avoltepiùdei
miei potenziali clienti (torre-