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dal marketing alla creatività,
comunicazione e relazioni
pubbliche. E tra le consuma-
trici, lapresenzadidonneche
ordinano e bevono vino al ri-
storante,albarenei localiè in
continuaascesa.Ben4donne
su 10 hanno aumentato la ri-
chiestadi vinocomeaperitivo
e 8donne su 10 apprezzano i
ristorantichepropongonovini
al calice e anchemenù degu-
stazione comprensivi di vino.
E ancora quasi 4donne su 10
hannofattounacquistodivino
inenotecanegli ultimi 6mesi.
Altempostessoalbarealristo-
rante la donna ha aggiunto la
sensibilità,proponendo ilvino
conpiùautenticità,raffinatezza
e ricercatezza e creandomag-
giore feeling con la clientela.
Spesso sonoproprio ledonne
a gestire le visite guidate in
cantina e l’ospitalità.
Segnalidallasocietà
Maèsoprattutto l’aspetto fem-
minilecheha tinto ilvinonon
solocon importanti “sfumatu-
reedettagli”maconconcetti,
valorieaspirazionispecifiche,
completandoiconnotatitipica-
mentemaschiliedarricchendo
leprospettivedellaproduzione
e del posizionamento di mer-
cato. Ad esempio l’attenzione
alla naturalità, passando per
il biologico, il biodinamico,
l’abbassamentodei solfiti: ele-
menti chehanno sicuramente
intercettatobisogniesensibili-
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mixer
aprile
2014
Donneevino
DOSSIER
IsabellaGhiglieno, giovaneenologamilanese
Dalvinounachance in più
Isabella Ghiglieno, 27 anni, enologa e quasi agronoma (sta completando la laureamagistrale) ha
trovato subito sbocco professionale, lavorando con il prof. Valenti docente del corso di laurea
di Viticoltura ed Enologia alla facoltà di Agraria dell’Università Milano e collaborando SATA
studio Agronomico. Segue avanzate sperimentazioni italiane di ricerca applicata in viticoltura, in
particolare nel campo della sostenibilità e dellamisurazione dell’impronta carbonica attraverso
l’utilizzo del Calcolatore Ita.Ca®. Isabella è milanese e non aveva alcun legame con il mondo viti-
vinicolo né della ristorazione e del commercio.
Perché hai deciso che“da grande”avresti fatto l’enologa?
Prima di tutto per passione nei confronti del vino, chemi è sempre piaciuto quale bevanda
edonistica da degustare e perché l’ho sempre considerato un prodotto per me identitario. I miei
nonni piemontesi hanno saputo trasmettermi l’amore per il vino e il senso di identità ed orgoglio
di un legame di appartenenza ad un territorio storicamente vocato e riconosciuto in campo viti-
vinicolo.
Come valuti la presenza delle donne negli studi di viti-coltura, enologia e agronomia?
Quando ho iniziato gli studi c’erano più omeno 8 donne su 25 studenti. Adesso il rapporto si sta
avvicinando a 1 su 2 (54maschi e 22 femmine).
C’è uno specifico femminile nell’enologia?
Sulla degustazione possiamo avere sensibilità differenti noi donne e si dice che abbiamo alcune
percezioni più enfatizzate rispetto agli uomini. Sull’organizzazione spesso siamo più forti. Ogni
caso è a sé ovviamente, però nellamia esperienza credo che le donne possano sfruttare anche
in questo settore la loro buona capacità organizzativa e gestionale, ad esempio durante le
vendemmie dove occorremolta capacità di programmazione, coordinamento e prontezza.
Come vengonopercepite le donne nel settore enologico?
C’èmolta più apertura nei confronti delle donne e direi anche delle giovani donne addirittura da
parte di persone che lavorano da tanto tempo e hanno acquisito grandi esperienze. Ovviamente
le devi conquistare dimostrando che sei umile, che sai riconoscere i limiti e vuoi imparare. Le
difficoltà per noi donne enologhe e agronome non credo però che sianomolto diverse rispetto a
quelle in altri settori.
parole chiave
DISTRIBUZIONE.
Nuovi format, sistemi
espositivi,modalità di
erogazione e di servizio
SALUTE
Riduzione della
gradazione, bevibilità,
bere consapevole
COMUNICAZIONE
Linguaggi differenziati per
raggiungere target diversi
AGRICOLTURA
Più campomeno cantina,
R&S per un’agronomia
sostenibile,meno chimica
più natura
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