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Mixer
APRILE
2014
Consumatori
DOSSIER
S
e guardiamo al con-
sumo del vino, ci
rendiamo conto che
l’equazione“bereme-
no, beremeglio”, che
haportato aun consumopro
capitesotto lasogliadei40 litri
all’anno, non è univoca e, co-
me sempre accade, nasconde
diversi segmenti dimercato.
LERADICIDELLA
TRADIZIONE
Vi è infatti una quota impor-
tante, circa un 60%di italiani
tradizionali,dietàprevalente-
mentematura chehaun con-
sumo di vino abitudinario e
funzionaleneidiversimomenti
della giornata, dal cicchetto
di metà mattina all’aperitivo,
passando per il pranzo e ap-
prodando alla cena.
Sonoconsumatorimolto lega-
ti al territorio, preferiscono o
si affidano a vini unbranded,
spesso al ristorante chiedono
ilvinoallaspina,quello“della
casa”. I luoghi del consumo
sono il bar diurno, la trattoria
locale.Questoclusterdelvalue
formoneyèincontrazione,pur
essendountargetinteressante
per leaziende chepuntanoai
volumi,maancheper lecanti-
ne sociali, che la fannounpo’
da padrone.
Non èperòun segmentomo-
nolitico. Si notano fenomeni
trasversaliversovinipiùlegge-
ri epiù facili, spesso frizzanti,
da allungare con soft drinks
o liquori amaricanti (lospritz,
manonnellaversionetrendy).
Siamodi fronteallapanciadel
mercato,diffusointuttelearee
di provincia, meno in quelle
pochemetropolitane.
ILCONSUMATORE
VOLUBILE
L’edonismo è invece il tratto
caratteristicodi unbuon30%
di consumatori giovani adulti
(28-45 anni) che ha scoperto
il vino quale alternativa più
sofisticata e interessante da
consumareprevalentementea
cenaocomeaperitivo.Perque-
sto target il vinohaunappeal
socio-culturale elevato. Tanto
che leggono, si informano,
approfondiscono le nozioni,
attraverso le guide, le riviste
specializzate,soprattuttolare-
te, ma si muovono anche sul
territorio alla scoperta siadei
nomiimportantisiadelpiccolo
produttore di nicchia.
Amanosperimentare, ricerca-
no vini particolari, si muovo-
noliberamentenell’ambitodel
biologicoedelvinonaturalee
nonhannotimorediesplorare
regionioprovenienzediverse
dalsolito.Tramontanoivinidel
Sudesonoincrescitaquellidel
CentroItalia,tendenzialmente
bianchi o frizzanti (in questo
caso l’area di riferimento è il
Nord Est con il sempreverde
Prosecco). In loro è residuale
l’interesse per i vini esteri.
Dalpuntodi vista sociologico
sono guidati dal capobranco,
vale a dire chi, nei gruppi di
amici, è più esperto e detta
la tendenza.Gli altri seguono.
È un target dichiaratamente
conoscitore, ma non ha mai
messopiede inunavigna, ciò
chenefaunsegmentovolubile
e difficile da capire e indiriz-
zare. La presenza femminile
è interessante, soprattutto
quando si parla di aperitivo.
In questo caso i consumi si
indirizzanoversovini frizzan-
ti, rosati, bianchi come base
per cocktail: il Prosecco li ha
intercettati molto bene.
L’anellodeboleperquesto tar-
getèchechistadall’altraparte
delbanco, serveeproponevi-
nohaunlivellodicompetenza
inferiore e non è in grado di
fare emergere la complessità
dei valori chepermeano il vi-
no in quanto prodotto. Una
granpartedi questi operatori
non è in grado di supportare
iniziative di degustazione, di
assaggi, di proporre gli abbi-
Beremeno,
beremeglio?
LECARATTERISTICHEE ILPROFILO
DEGLI ITALIANI CHEBEVONOVINO.
IL60%HAUNCONSUMO
ABITUDINARIO
DI BRUNOBERNI
MANAGINGDIRECTORCFIGROUP
TENDENZA
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+
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+
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+
60%
Value formoney
30%
Edonisti
10%
Esperti/Wine
lovers