carta con piatti semplici ma
gustosi».
Rotonda Bistro,
Milano
IlMuseodelBambinodiMilano
ha aperto agli inizi del 2014
nella storica e particolarissima
cornicedellaRotondadellaBe-
sana.Piùcheunmuseoinsenso
tradizionale, è uno spazio in
cui i bambini possono seguire
mostre interattive e laboratori
didattici. Negli ariosi ambienti
dell’edificio a croce greca che
si trova al centro della Rotonda
(un prato circolare circondato
da un portico chiuso), trovano
spazio fra l’altro una libreria
specializzata e il Rotonda Bi-
stro. Quest’ultimo, con la bella
stagione, sfrutta anche un via-
letto del parco e una porzione
di portici.
Pasquale Formisano, uno dei
due titolari di Rotonda Bistrot,
è un fotografo di architettura,
e il suo socio è un ingegnere
strutturista. «La mancanza di
esperienza è la mia benzina
e credo sia stata anche la mia
fortuna: il non ragionare come
un ristoratore ma innanzitutto
come un avventore, probabil-
mente mi ha permesso di indi-
viduaredellesoluzioni ‘laterali’
a cui altri non hanno pensato».
AlbandodelComunediMilano
ha partecipato una quindicina
di realtàdiprimopiano. «Credo
che nella nostra affermazione
abbia influito il modo in cui
abbiamo saputo de-
dicare il progetto ai
bambini, dall’imma-
gine coordinata (co-
lori dell’arcobaleno,
spessoredelbancoda
personalizzare coi gessetti...) a
un’offertasempliceediqualità,
in cui trova spazio l’educazio-
ne al bello. Qui non si trovano
personaggi di Walt Disney, ma
un’immaginepiùraffinatainar-
moniaconilcontesto.Ipartico-
lari d’arredo, come le abat-jour
e le sedie in legno, rimandano
a un concetto archetipico della
casa, aunasemplicitànel senso
più nobile del termine».
Il Bistro nasce per i bambini
del vicino museo, ma è aperto
anche all’esterno. è anzi pro-
prio con la clientela “altra” e
nelleoccasioni di consumoper
adulti (inparticolare l’apertivo,
che rappresenta circa la metà
del fatturato) che si realizzano
i maggiori guadagni.
«Se dovessi pensare a questo
posto come a un animale, direi
cheèuncamaleonte»prosegue
Formisano. «Apertodalle 8 alle
23,30, cambia pelle e aspetto
tre o quattro volte al giorno. La
mattina presto si inizia con le
colazioni. Poi apre ilMuseo: la-
boratori eesposizioni vengono
frequentati a turni dalla durata
precisa, per cui i bambini arri-
vano a ondate secondo inter-
valli regolari. Alla fine di ogni
turno gli animatori invitano i
bambini a fare un applauso:
quello per noi è il segnale che
ci dobbiamomettere il coltello
fra i denti e prepararci a fron-
teggiare la pacifica invasione!
A pranzo tornano gli avvocati,
i commercianti e gli impiegati
del Policlinico. Il pomeriggio è
tranquillo,ehaun’utenzamolto
varia. Il clou è all’ora dell’ape-
ritivo, nel vialetto, col barman
che prepara drink a basso con-
tenuto alcolico e piattini sem-
plici ma selezionati. Si finisce
con la cena, che viene servita
sotto il portico della Rotonda,
valorizzato da un sapiente gio-
co di luci».
Dunque quanto conta essere
attigui al Museo del Bambi-
no e quanto, in positivo e in
negativo, la particolarità del
luogo? «Il Museo del Bambino
ha avuto un ruolo di volano
soprattutto all’inizio: il fatto di
trovarci in un luogo chiuso e
separato dalla città ci rendeva
Rotonda
della Besana
Via Enrico Besana, 12
(la ser
via
il rotonda bistro nasce per i bambini ma è la clientela adulta il
maggior business, in particolare per l’aperitivo
Dentro i musei
pubblico esercizio