C
erto è che oggi bibite
e succhi, non fanno
propriamente la ola.
E questo perché, in
tempi di crisi, quando
le prime colazioni, i pranzi e
gli aperitivi, nonché le con-
sumazioni al bar in generale,
sono diminuiti e continuano a
calare per motivi economici, è
inevitabile che siano destinati
a ridursi ulteriormente anche
i consumi di queste bevande.
Enonbasta:ilcalodeiconsumi,
specialmente per le bibite, è
infatti da attribuire anche ad
altre motivazioni. Una fetta di
consumatori,conunafortepre-
dominanza femminile, infatti,
le evita per motivi dietetici e
di costume alimentare, mentre
una parte del popolo del web
le avversapermotivazioni eco-
logiste e salutiste, indipenden-
temente dal luogo in cui sono
vendute (sia Horeca che Gdo).
Epoic’èancheun’altravariabile
da non trascurare: il bar come
unodei luoghi di consumopri-
vilegiati per queste tipologie di
drink (sia per la colazione che
per il pranzo), non solo non è
più vissuto dai naviganti, nel
32%dei casi, come luogo di ag-
gregazione e punto di ritrovo,
ma sta subendo con frequenza
e sistematicità attacchi ripetuti
da inediti competitor.
Basti per esempio pensare al-
le aree attrezzate sul posto di
lavoro con cucina, forno a mi-
croonde e macchine per caffè.
E non è un caso che il mercato
dei “boccioni di acqua” e delle
macchine da caffè con cialde
per ufficio abbia avuto un vero
e proprio boom e stia facendo
segnare numeri in continua
crescita.
La conseguenza di tutto è che
nel 2013 abbiamo assistito an-
cheadunfortecalodelleprime
colazioni e dei pranzi “veloci”,
fino a poco tempo fa vissuti,
invece, come momenti di con-
sumo ideali per succhi e bibite.
I consumi delweb
Quando i naviganti parlano di
bibite, succhi e tè confezionati
in bottiglia o lattina consumati
nelcanaleHo.Re.Ca.silimitano
nella quasi totalità al contesto
del bar.
In sintonia col rilevamento su-
gli scontrini emessi, il 64% dei
naviganti cheeffettuaancora la
prima colazione al bar afferma
o di non fare più ciò con rego-
larità odi avere ridotto la spesa
limitandosi ad un solo caffè o
cappuccino in piedi.
Il 72%degli internauti dichiara
di averediminuitoilbudgetper
il pranzo feriale fuori casa, il
26% di averlo mantenuto inal-
terato e solo un esiguo 2% so-
stiene di averlo aumentato, ma
nonperpropriavolontàbensì a
causa della crescita dei prezzi.
Per il popolo del web il rito
dell’aperitivo tutte le sere sem-
braesserescomparsointrecasi
su quattro.
Ichatterscheeffettuanoilpasto
di mezzogiorno dal lunedì al
venerdì “fuori casa” affermano
dispenderemediamente7euro
giornalieri ediberenel 48%dei
casi acqua. èproblematico fare
rientrare in tale budget anche
una bibita ?
Se non fosse per l’indicazione
di una spesadi 7euro, dovrem-
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mixer
giugno 2014
No grazie,
preferisco
spendere meno
Bibite, succhi e tè: un comparto in calo
del 6,5%. ConWeb Research indaghiamo le
motivazioni degli internauti
DI Gian Marco Stefanini
l
Consumatori
pubblico esercizio