po’ sdruciti degli anni ‘80,
che hanno di fatto negli ul-
timi anni realizzato il grande
balzo verso una base sempre
più allargata di pubblico.
Vengono in mente i locali in
legno sbiancato e mattone
a vista di
Brooklyn
, ormai
sempre più “colonia” hipster.
In realtà tutto è nato qual-
che anno fa a
San Franci-
sco
, città dalle mille anime,
oggi dormitorio dorato dei
tecnocrati che lavorano nella
vicina Silicon Valley, ma con
una solida tradizione green,
eredità dei movimenti hippie
e progressisti che qui spopo-
lavano negli anni ’60. Questa
metropoli quasi europea per
cultura e gusto ricercato nel-
la cucina (non esattamente
una prerogativa dell’america-
no medio) ha visto la nascita
di locali (come l’
Alambec
e
l’
Elixir
) dall’aspetto classico
(l’Elixir è il più antico saloon
della città e ne mantiene il
gusto negli arredi di legno
scuro e negli sgabelli di pelle
rossa)ma dal bere innovativo
e sostenibile. Inmenù,
“arti-
sanal cocktails”
che usano
aromi e ingredienti freschi
e locali, a chilometro zero
come vuole la bibbia della
marzo 2015
mixer
75
E in Italia...
Liquori di casa nostra
Tutto il mondo invidia la varietà dei nostri prodotti
enogastronomici, declinati in decine di varianti regionali.
E i liquori non fanno eccezione: quasi ogni città, valle
o paese ne ha uno tipico, che spesso “pesca” dalla
produzione agricola locale. Qualche esempio? Il liquore
ai limoni di Sorrento o quello alle castagne di Montella,
riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole,
Alimentari e Forestali come prodotto regionale insieme
ad altri 12, e stiamo parlando solo della Campania. Ma tra
amari, digestivi, rosoli, corroboranti ed ammazzacaffè la
lista è davvero lunga.
C’è da scommettere che tra poco, come è stato per
le birrerie artigianali, vedremo sorgere sempre più
distillerie locali come già avviene negli USA, che non
avranno difficoltà a trovare in loco qualche ricetta antica
da riproporre o innovare.
credits Darren Edwards
Elixir frontage Darren Edwards
Rosemary Honey Cream
Copa Caipirinha