MARZO 2016
Mixer
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bianco italiano prodotto nella provincia
di Verona. I vitigni che lo compongo-
no sono la Garganega, dal carattere
denso, strutturato e dalla buccia dura
e intensamente colorata di giallo, e il
Trebbiano di Soave, uva sapida che si
distingue, soprattutto in rapporto alla
complessità, dal Trebbiano comune.
Nel Soave la parte del leone, aroma-
ticamente e gustativamente parlando,
la fanno i terreni tufacei e basaltici di
natura vulcanica che dominano il terri-
torio. Rocce nere, porose, capaci di trat-
tenere acqua e ossigeno, riuscendo al
tempo stesso a connotare i vini che qui
si producono inmaniera assolutamente
riconoscibile. Un carattere unico che
non necessita generalmente di legno
per acquisire complessità, visto che al
Soave, sia esso classico (prende questo
nome quello prodotto nella zona più
antica di produzione) sia esso superiore
(prodotto solo in collina), nonmancano
quelle tipicità gustative caratterizzate
generalmente da: fiori bianchi, agrumi
e, come detto, sapidità. A questo si
aggiunge un’ottima capacità d’invec-
chiamento e una grande versatilità a
tavola. Luogo comune? Non proprio,
visto che il Soave mostra una buona
attitudine nell’accompagnarsi con di-
sinvoltura persino ai piatti a base di
uova; ingrediente notoriamente ostico
da affiancare al vino. Le aziende della
zona di produzione del Soave sono co-
stituite sia da nuove e dinamiche realtà
sia da storiche aziende, in entrambi i
casi ai vertici della produzione ‘palli-
da’ italiana. I nomi? Pieropan e il suo
must chiamato Calvarino, Cantina del
Castello con il Carniga, dall’eleganza
rara, Suavia e il suo Monte Carbonare
che sottolinea, se ce ne fosse ancora
bisogno, il carattere geologico e croma-
tico dei terreni di queste parti, senza
dimenticare altri nomi di valore come
Filippi, Gini, Ca’ Rugate e Tamellini solo
per citarne alcuni. Avevamo parlato di
versatilità a tavola? Bene, il Soave ne
dimostra molta, persino rispetto alle
tipologie attraverso cui viene tradotto,
visto che si può declinare, con successo
e gusto, attraverso il metodo classico,
ma anche in versione passita (le uve
vengono fatte appassire per diversi me-
si su graticci prima di essere pigiate)
con il Recioto di Soave.
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