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Mixer
/ SETTEMBRE 2016
IL PUNTO
del presidente FIPE Lino Enrico Stoppani
C’
è un aspetto nel settore dei Pubblici Eser-
cizi chemeritaunapprofondimento,
anche
perché apparentemente in contrasto con la
situazione di difficoltà nel quale versa.
Mi riferisco al dinamismo e al crescente interesse con il
quale Fondi di Private Equity ricercano investimenti nel
settore,privilegiandooperazioni sullecosiddette“catene
minori”, in quelle aziende, cioè, di contenute dimensioni
con un brand chiaro e un format particolare – di offerta o
di prodotto – facilmente replicabile, che consentano nel
medioperiodo la realizzazionedi interessanti rendimenti,
nonostante l’EV (Enterprise Value) paghi multipli alti, se
rapportati al fatturato e all’Ebit di partenza.
Come, diciamo da tempo che il settore è in profonda
crisi, che lamarginalità,
corrosadaunaconcorrenzaspie-
tata e dall’incomprimibilità di alcuni costi fissi, è ai limiti
della sopravvivenza economica, che il tasso di mortalità
delle new entry nel settore è spaventoso (su 100 nuove
attività avviate, 48 chiudono prima del compimento del
5° compleanno!), e ciò nonostante molte aziende del
settore registrano avances e richieste di investimento
spesso irrinunciabili per i valori proposti?
Inutile fare nomi, ma basta vedere il proliferare di
iniziative che interessano lo street, snack o fast food,
con un’impronta specialistica sulle varianti di prodotto:
panini, pizza, gelato, cioccolato, pollo, patatina, piadina,
pasta o addirittura la polenta! Tutte però con alcune
caratteristiche precise: qualità della merce, varietà e
profondità nella specializzazione, ubicazione in aree
di grande passaggio, arredamento minimale, ordine
e logica ingegneristica nella distribuzione degli spa-
zi, personale giovane e ben formato, sempre cordiale
e sorridente, prezzi giusti, non necessariamente bas-
si, controllo di gestione su modello industriale, con
la riduzione degli sprechi e la massimizzazione della
rotazione di magazzino e tante altre buone tecniche.
Questi format di attività, generatori di cassa, raccolgono
gli appetiti degli investitori istituzionali, anche internazio-
nali, perchénella fantasia, creativitàequalitàdell’offerta,
interpretano una forte potenzialità di sviluppo, non solo
nelle città dove germogliano, ma anche all’estero. An-
che il cambiamento della proprietà è ben gestito, con il
giusto equilibrio tra capitale e debito, il coinvolgimento
dei venditori, a cui è normalmente lasciata una quota di
minoranzacheconsentecontinuitànellagestioneordina-
ria del business, lasciando invece lo sviluppo a soci che
apportano con i capitali, anche competenze, relazioni
e visione strategica, che consente con il rafforzamento
dell’azienda, ritorni economici oggi impossibili con la
Finanza tradizionale.
Tuttoquestoper confermareche lebuone ideetrovano
sempre qualcuno disposto a sostenerle e finanziarle,
nonostante le difficoltà del business e del sistema credi-
tizio. Da queste iniziative può partire una nuova conta-
minazione dell’italianità all’estero, che sui prodotti facili
da preparare, sani nei valori nutrizionali, poveri di valore,
ma ricchi di genuinità e fantasia commerciale, riesce a
costruire progetti d’impresa formidabili, con il giustomix
tramestieree finanza!All’esteroprobabilmentepotranno
trovare terreno fertile per lo sviluppo, perché su queste
attivitàabbiamocompetenze,esperienzeevantaggicom-
petitivi, ma questi nuovi marchi devono insegnare molto
ancheainostrioperatori,avolteingessatinellaloroofferta,
anonima, disordinata o poco coerente con il mercato.
Il consumatore oggi sembra distratto o poco attento
nelle sue scelte di consumo,
atteggiamentoperò subito
smentito dall’interesse e dal favore con il quale raccoglie
e premia le novità più innovative, in un mercato al limite
dellasaturazione,macapacedi rinnovarsi continuamente,
combinando al meglio Capitale e fantasia commerciale.
L’acqua calda è già stata inventata, ma sul resto non
c’è limite all’intraprendenza e alla laboriosa fantasia di
imprenditori capaci di reinventare e stimolare nuovi ap-
petiti, gastronomici e finanziari.
Panini, Pizze & Finanza