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SETTEMBRE 2016 /

Mixer

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Quando nasce la tua passione per i fornelli?

Sono nato e cresciuto in una famiglia piena di stimoli,

con nonni agricoltori e allevatori. Probabilmente una

passione innata, crescere con la cultura del mangiar

sano con il rispetto della natura e degli animali mi ha

dato una forte mano a tracciare la mia strada.

Nonne massaie, nonni cultori del buon vino, genitori

capaci di sostenermi nelle mie scelte… non è stato

difficile capire cosa volevo fare.

Che tipo di percorso hai fatto in termini di studio?

La scelta di frequentare la scuola alberghiera è avve-

nuta quasi in automatico, anche se al momento della

decisione ho ‘rischiato’ di finire a fare ragioneria per-

ché amavo la matematica. Per mio piacere e volere,

appoggiato dalla mia famiglia ho scelto l’IPSSAR De

Cecco di Pescara dove mi sono diplomato. Finite le

scuole superiori, nella stessa estate ho frequentato il

“corso superiore” di ALMA “la scuola internazionale

della cucina italiana” del maestro Gualtiero Marchesi.

Sei ancora molto giovane pur se già lanciato:

quali sono stati i tuoi maestri in cucina? E quali le

esperienze più significative?

Considero tutti miei maestri. Sin dalle prime esperienze

all’età di 15 anni, ogni chef con cui ho lavoratomi ha tra-

smessoqualcosa,facendomidiventareciòchesonooggi.

Lavorare con personaggi del calibro di Peppino Tinari

nel ristorante Villa Maiella di Guardiagrele (in provincia

di Chieti) mi è servito per capire la professionalità, la

serenità e l’amore che c’è dietro le quinte di un ristoran-

te di altissimo livello. I maestri di ALMA hanno influito

molto sullamiapreparazione, daMarcoSoldati a Tiziano

Rossetti passando per Matteo Berti a Silvio Salmoiraghi

con LucianoTona inprimis. Tutti mi hanno insegnato che

la cucina, oltre che di passione, è fatta di tecnica, orga-

nizzazione, materia prima, rigore, conoscenza e cultura.

Tratutte,l’esperienzapiùsignificativaèstataalristorante

Dolada (Pieve d’Alpago) con il maestro Enzo De Pra che

ha delineato il mio stile, con la sua cucina basata sulla

semplicità ed eccellenza della materia prima.

Vieni da una terra, l’Abruzzo, dalle forti tradizioni

culinarie: c’è un piatto regionale che ami

particolarmente preparare?

Ci sonoduepiatti della tradizioneabruzzesecheamo in

particolarmodo.Pancotto, epecoraajocotturo(pecora

alla cottora) chepreparo sia nella versione tradizionale,

sia in quella con cui nel 2015 ho vinto il riconoscimento

speciale ‘Voto del pubblico’ nell’ambito del Premio

BirraMoretti GrandCru.

Vai sul sitowww.mixerplanet.

com per avere informazioni sul Premio

.

Premio Birra Moretti Grand Cru è il concorso,

realizzato in collaborazione con Identità Golose, che

invita giovani chef a cucinare utilizzando la birra.

Quali strade apre in cucina l’utilizzo della birra sia

come ingrediente sia in abbinamento ai piatti?

La birra può essere abbinata con qualsiasi prepara-

zione. Grazie alle infinite sfumature che possiede,

riesce a stupire il palato con la sua grande versatilità

con abbinamenti inaspettati. Amousare labirra come

ingrediente quando voglio dare un aroma marcato

o un sapore amaro, ma anche dolce a un piatto. Un

ingrediente utile per conferire a una ricetta una par-

ticolarità in più.

Cosa ha significato vincere questo riconoscimento

speciale assegnato dal pubblico?

Arrivare tra i 10 finalisti è stata una piacevole sorpresa,

parteciparealla fase finalecongli altri 9colleghi èstato

emozionante, una crescita personale e professionale

perché ho avuto modo di confrontarmi con ragazzi

che hanno i miei stessi sogni e ambizioni. Orgoglioso

di aver vinto grazie al forte appoggio del pubblico.

Come descriveresti la tua cucina a chi non la

conosce?

Essenziale, materia prima di nicchia protagonista,

valore alle tradizioni rispettando il passato con in-

novazione e creatività.