SETTEMBRE 2016 /
Mixer
51
Quando nasce la tua passione per i fornelli?
Sono nato e cresciuto in una famiglia piena di stimoli,
con nonni agricoltori e allevatori. Probabilmente una
passione innata, crescere con la cultura del mangiar
sano con il rispetto della natura e degli animali mi ha
dato una forte mano a tracciare la mia strada.
Nonne massaie, nonni cultori del buon vino, genitori
capaci di sostenermi nelle mie scelte… non è stato
difficile capire cosa volevo fare.
Che tipo di percorso hai fatto in termini di studio?
La scelta di frequentare la scuola alberghiera è avve-
nuta quasi in automatico, anche se al momento della
decisione ho ‘rischiato’ di finire a fare ragioneria per-
ché amavo la matematica. Per mio piacere e volere,
appoggiato dalla mia famiglia ho scelto l’IPSSAR De
Cecco di Pescara dove mi sono diplomato. Finite le
scuole superiori, nella stessa estate ho frequentato il
“corso superiore” di ALMA “la scuola internazionale
della cucina italiana” del maestro Gualtiero Marchesi.
Sei ancora molto giovane pur se già lanciato:
quali sono stati i tuoi maestri in cucina? E quali le
esperienze più significative?
Considero tutti miei maestri. Sin dalle prime esperienze
all’età di 15 anni, ogni chef con cui ho lavoratomi ha tra-
smessoqualcosa,facendomidiventareciòchesonooggi.
Lavorare con personaggi del calibro di Peppino Tinari
nel ristorante Villa Maiella di Guardiagrele (in provincia
di Chieti) mi è servito per capire la professionalità, la
serenità e l’amore che c’è dietro le quinte di un ristoran-
te di altissimo livello. I maestri di ALMA hanno influito
molto sullamiapreparazione, daMarcoSoldati a Tiziano
Rossetti passando per Matteo Berti a Silvio Salmoiraghi
con LucianoTona inprimis. Tutti mi hanno insegnato che
la cucina, oltre che di passione, è fatta di tecnica, orga-
nizzazione, materia prima, rigore, conoscenza e cultura.
Tratutte,l’esperienzapiùsignificativaèstataalristorante
Dolada (Pieve d’Alpago) con il maestro Enzo De Pra che
ha delineato il mio stile, con la sua cucina basata sulla
semplicità ed eccellenza della materia prima.
Vieni da una terra, l’Abruzzo, dalle forti tradizioni
culinarie: c’è un piatto regionale che ami
particolarmente preparare?
Ci sonoduepiatti della tradizioneabruzzesecheamo in
particolarmodo.Pancotto, epecoraajocotturo(pecora
alla cottora) chepreparo sia nella versione tradizionale,
sia in quella con cui nel 2015 ho vinto il riconoscimento
speciale ‘Voto del pubblico’ nell’ambito del Premio
BirraMoretti GrandCru.
Vai sul sitowww.mixerplanet.
com per avere informazioni sul Premio
.
Premio Birra Moretti Grand Cru è il concorso,
realizzato in collaborazione con Identità Golose, che
invita giovani chef a cucinare utilizzando la birra.
Quali strade apre in cucina l’utilizzo della birra sia
come ingrediente sia in abbinamento ai piatti?
La birra può essere abbinata con qualsiasi prepara-
zione. Grazie alle infinite sfumature che possiede,
riesce a stupire il palato con la sua grande versatilità
con abbinamenti inaspettati. Amousare labirra come
ingrediente quando voglio dare un aroma marcato
o un sapore amaro, ma anche dolce a un piatto. Un
ingrediente utile per conferire a una ricetta una par-
ticolarità in più.
Cosa ha significato vincere questo riconoscimento
speciale assegnato dal pubblico?
Arrivare tra i 10 finalisti è stata una piacevole sorpresa,
parteciparealla fase finalecongli altri 9colleghi èstato
emozionante, una crescita personale e professionale
perché ho avuto modo di confrontarmi con ragazzi
che hanno i miei stessi sogni e ambizioni. Orgoglioso
di aver vinto grazie al forte appoggio del pubblico.
Come descriveresti la tua cucina a chi non la
conosce?
Essenziale, materia prima di nicchia protagonista,
valore alle tradizioni rispettando il passato con in-
novazione e creatività.