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MIXABILITY

Bartender

74

Mixer

/ SETTEMBRE 2016

C’è chi parla di “gin mania” passeggera.

Cosa pensi della miscelazione che ci aspetta

prossimamente?

Chi parla di moda passeggera lo fa senza consape-

volezza degli enormi investimenti che si stanno muo-

vendo nel panorama mondiale del gin. Introdurre un

nuovoprodotto (si pensi alladiversificazionenei barri-

cati o nei dimenticati Old Tom), acquisire un marchio,

avviare unamicro distilleria significa fare investimenti

irreversibili che generano ritorni nel lungo termine e

non credo si tratti di un abbaglio globale.

Per il futuro mi aspetto una stabilizzazione del consu-

mo di gin in quantità e un’ulteriore crescita in qualità

ma con una selezione naturale della specie. Non tutti

i brand sopravviveranno.

Credo che tra 10 anni nella mia bottigliera ci saranno

solo quelli che non hannomai smesso di puntare sulla

qualità e che hanno continuato a investire inma-

nieraseria inmarketing,brandingedistribuzione.

dalla riscoperta di prodotti tradizionali e – in alcuni

casi – nazionali. Anche i produttori alzano l’asticella

dellaqualitàe lo rendonounprodottopiacevoleanche

per la degustazione liscia, in alternativa a un classico

bicchiere di vino. Tuttavia sono moltissimi i clienti che

arrivano da noi senza avere mai assaggiato un vermut

in purezza nella loro vita. E questo è colpa di tutti:

nessuno escluso.

Come viene reinterpretato questo prodotto a

Vermù?

Da noi il vermut ha tre declinazioni. Si parte dalle circa

40 etichette tra rossi, bianchi e dry da degustare al

calice rigorosamente senza soda. C’è poi una drink

list sviluppata appositamente per esaltare il vermut

e nuove proposte ogni settimana in base alla stagio-

nalità dei prodotti. E ancora il vermut vive nei grandi

classici dell’IBA. Il tutto condito da quella passione

e conoscenza del prodotto e da un sorriso al ban-

co. Merce rara in questi tempi. Il vermut in Italia è

legato al nostro DNA, quindi è solo questione di ri-

scoprirlo per avere l’impressione di averlo sem-

pre bevuto o di non avere mai smesso di berlo.

M

VODKA:

STABILE

È il distillato più versatile per la miscelazione,

sempre di moda e di facile assunzione.

GIN:

UP

Non perché “son Gino” ma per la qualità del

prodotto e l’unicità del ginepro.

CACHACA:

DOWN

Gli appassionati della Caipirinha non demordono

ma personalmente preferisco una grappa italiana.

WHISKY:

STABILE

Icona del bere. Non tramonterà mai, i veri amanti

non cambiano.

VODKA:

STABILE

Non sono un grande amante del genere, ma

ne riconosco la versatilità.

GIN:

UP

Vado matto per il Martini, non posso non fare

il tifo per il gin. Sono di parte.

CACHACA:

STABILE

In Italia se ne sa ancora poco ma credo che prima

o poi se ne userà di più.

WHISKY:

STABILE

Un evergreen avvantaggiato anche dal consumo

in purezza.

UP

&

DOWN

CLASSIFICA

SPIRITS

DI SILVIO

FARAONE

CLASSIFICA

SPIRITS

DI KEVIN

RAGAVEN

UP

&

DOWN

M