MIXABILITY
Bartender
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Mixer
/ SETTEMBRE 2016
C’è chi parla di “gin mania” passeggera.
Cosa pensi della miscelazione che ci aspetta
prossimamente?
Chi parla di moda passeggera lo fa senza consape-
volezza degli enormi investimenti che si stanno muo-
vendo nel panorama mondiale del gin. Introdurre un
nuovoprodotto (si pensi alladiversificazionenei barri-
cati o nei dimenticati Old Tom), acquisire un marchio,
avviare unamicro distilleria significa fare investimenti
irreversibili che generano ritorni nel lungo termine e
non credo si tratti di un abbaglio globale.
Per il futuro mi aspetto una stabilizzazione del consu-
mo di gin in quantità e un’ulteriore crescita in qualità
ma con una selezione naturale della specie. Non tutti
i brand sopravviveranno.
Credo che tra 10 anni nella mia bottigliera ci saranno
solo quelli che non hannomai smesso di puntare sulla
qualità e che hanno continuato a investire inma-
nieraseria inmarketing,brandingedistribuzione.
dalla riscoperta di prodotti tradizionali e – in alcuni
casi – nazionali. Anche i produttori alzano l’asticella
dellaqualitàe lo rendonounprodottopiacevoleanche
per la degustazione liscia, in alternativa a un classico
bicchiere di vino. Tuttavia sono moltissimi i clienti che
arrivano da noi senza avere mai assaggiato un vermut
in purezza nella loro vita. E questo è colpa di tutti:
nessuno escluso.
Come viene reinterpretato questo prodotto a
Vermù?
Da noi il vermut ha tre declinazioni. Si parte dalle circa
40 etichette tra rossi, bianchi e dry da degustare al
calice rigorosamente senza soda. C’è poi una drink
list sviluppata appositamente per esaltare il vermut
e nuove proposte ogni settimana in base alla stagio-
nalità dei prodotti. E ancora il vermut vive nei grandi
classici dell’IBA. Il tutto condito da quella passione
e conoscenza del prodotto e da un sorriso al ban-
co. Merce rara in questi tempi. Il vermut in Italia è
legato al nostro DNA, quindi è solo questione di ri-
scoprirlo per avere l’impressione di averlo sem-
pre bevuto o di non avere mai smesso di berlo.
M
VODKA:
STABILE
È il distillato più versatile per la miscelazione,
sempre di moda e di facile assunzione.
GIN:
UP
Non perché “son Gino” ma per la qualità del
prodotto e l’unicità del ginepro.
CACHACA:
DOWN
Gli appassionati della Caipirinha non demordono
ma personalmente preferisco una grappa italiana.
WHISKY:
STABILE
Icona del bere. Non tramonterà mai, i veri amanti
non cambiano.
VODKA:
STABILE
Non sono un grande amante del genere, ma
ne riconosco la versatilità.
GIN:
UP
Vado matto per il Martini, non posso non fare
il tifo per il gin. Sono di parte.
CACHACA:
STABILE
In Italia se ne sa ancora poco ma credo che prima
o poi se ne userà di più.
WHISKY:
STABILE
Un evergreen avvantaggiato anche dal consumo
in purezza.
UP
&
DOWN
CLASSIFICA
SPIRITS
DI SILVIO
FARAONE
CLASSIFICA
SPIRITS
DI KEVIN
RAGAVEN
UP
&
DOWN
M