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Mixer

/ SETTEMBRE 2016

INEI – Istituto Nazionale Espresso Italiano

L

uigi Morello

, direttore di

Mumac Academy

, rac-

conta come cambiano le professioni del caffè. Sot-

to la spinta dei consumatori che accorrono ai corsi

di formazione coffee lovers, nascono nuove figure

strategiche: specialisti, consulenti, opinion leader che for-

mano community internazionali. Le nuove generazioni di

torrefattori studianoe sperimentano stili di tostaturaeprofili

sensoriali. Le reti vendita diventano strutture di consulen-

za che consigliano come scegliere e utilizzare macchine e

miscele insieme.

Cosa vuole conoscere il professionista del caffè?

La

latte art

incuriosisce ancora, ma oggi stiamo vivendo

una “fase scientifica”: non ci si accontenta di assaggi di

tipo soggettivo (mi piace o no), ma si ricercano metodi di

valutazione strutturati e riconosciuti. Baristi e torrefattori

vogliono sapere come utilizzare al meglio le attrezzature,

studiano l’acqua, la chimica, operano sullemacchine, si infor-

mano sul verdee sulla tostatura, imparano l’analisi sensoriale

per creare i propri prodotti e per offrire ai clienti tazzine

perfette, che nei venticinque secondi dell’erogazione diano

valore al lavoro di tutta la filiera.

Come sarà la formazione del futuro?

Mumac Academy, Accademia della Macchina per Caffè di

Gruppo Cimbali, ha strutturato un percorso modulare. Il

primo passo è coinvolgere i professionisti con i corsi di

avvicinamento. Poi si approfondiscono i diversi temi con

docenti specializzati: professionisti del servizio, campioni

internazionali, tecnici specializzati, docenti di analisi senso-

riale dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac). La

formazione del futuro deve fornire conoscenze che diano

risvolti concreti permigliorare laqualitàecoinvolgere l’intera

filiera del caffè, dalla piantagione al consumatore.

Come si trasforma l’espresso in un’esperienza?

All’estero hanno capito che il caffè non è solo una bevanda,

ma un’esperienza. Questo cambia completamente gli sce-

nari dell’intero settore. L’espresso non deve essere la tazzi-

na bevuta di corsa a prezzo fisso. Scegliendo le bevande,

preparandole e narrandole in modo impeccabile è possibile

passare a un’offerta di livello superiore e aumentare il valore

e i consumi del proprio servizio. L’espresso non deve essere

buono, ma eccezionale, il locale un’esperienza sensoriale,

l’offerta diversificata e lo

story-telling

appassionante.

Qual è il valore dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano

(Inei) in Italia e nel mondo?

L’interesse per il caffè sta crescendo e l’Inei oggi è più

importante che mai perché ricordiamoci che l’espresso è

italiano. L’Inei è una possibilità per tutti di fare parte di uno

statement

in cui il consumatore (in Italia e nel mondo) può

identificare in modo semplice e garantito ciò che cerca:

l’espresso italiano. L’Inei raccoglie tutta la filiera del caffè

nel nome dell’autenticità dell’espresso italiano e verifica la

qualità attraversometodi di valutazione sensoriale scientifici

condivisi dai produttori fino al consumatore, grazie a una

formazione omogenea a livello internazionale. L’Inei

contribuisce a distinguere e valorizzare il made in Italy.

Il futuro è

nel barista

che sa ciò che fa

L’Istituto Nazionale Espresso Italiano

(www.espressoitaliano.org

),

di cui fanno parte torrefattori, costruttori

di macchine e macinadosatori e altri

sodalizi che volgono la loro attenzione

all’espresso di qualità, oggi conta 42

associati con un fatturato aggregato di

circa 700 milioni di euro.

LUIGI MORELLO

di Claudia Ferretti

M