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L’analisi che abbiamo realizzato indica con chiarezza

i cambiamenti che stanno intervenendo nel tessuto

commerciale dei nostri centri storici. Limitatamente

alle attività di ristorazione dobbiamo registrare una

vera e propria esplosione di take away.

Non ci siamo limitati a contare il numero degli esercizi

maabbiamocercatodicapirecosastesseaccadendosia

nelladimensionequalitativaperappurarequaliesercizisi

stessero insediando e sia nella dimensione spaziale per

individuaredovequegliesercizisistesserolocalizzando.

Assieme a Unioncamere-SiCamera abbiamo effettua-

to l’analisi dello stock di quattro tipologie di esercizi

(ristorazione con servizio, ristorazione senza servizio,

gelaterie/pasticcerie e bar) in un periodo che va dal

2008 a metà 2016.

Per 21 comuni italiani di medie e grandi dimensioni

(dove risiedono 10 milioni di persone, il 16,2% della

popolazione italiana e sono attive 48mila imprese del

settore, pari al 17,6% del totale) abbiamo analizzato

l’evoluzione degli esercizi distinguendo tra centro sto-

rico (CS) e resto del territorio urbano (NCS).

Il primo dato che emerge è che

la rete dei pubblici

esercizi continua ad espandersi.

Nel periodo conside-

rato l’aumento è stato dell’8,1% pari in valore assoluto

a +20.184 imprese.

Unico dato in controtendenza sono i bar che calano del

3,9% a fronte del +35% dei take away.

Osservando la dinamica all’interno del tessuto urbano

si nota il rafforzamento della crescita di take away

(+41,6%) nei centri storici ed il contemporaneo mag-

gior calo del bar (-9,5%) a fronte del -3,9% nazionale.

Risulta evidente la forza moltiplicativa, all’interno dei

centri storici, di attività a basso contenuto di servizio

che,oltreadabbassare laqualitàturistico-commerciale,

produconoeffetti di contestosempremenosostenibili.

In conclusione possiamo dire almeno tre cose:

I pubblici esercizi e più in generale le attività di ri-

storazione confermano il trend di crescita. Fanno

eccezione i bar.

Crescono soprattutto le attività senza servizio. Il fe-

nomeno è particolarmente intenso nei centri storici

delle città più grandi

Diversecause.Dallatodelladomandailcambiamento

degli stili di vita e degli stili alimentari con la forte

destrutturazione dei pasti (non si mangia più solo

a colazione, pranzo e cena). Dal lato dell’offerta il

mutato equilibrio tra costi ed opportunità nel fare

impresa inquestosettore.Conviene fare locali piccoli

perché le locazioni sono diventate insostenibili, gli

oneri di gestione anche (si pensi alla Tari pagata in

base alla superficie e con coefficienti di un mondo

che non c’è più), conviene fare locali senza servizio

perché non hanno bisogno di spazi e non hanno

bisogno di personale.

I risultati, sul piano sociale ed ambientale, stanno nel-

le esternalità negative che questi esercizi scarnificati

producono.

Non vogliamo e non possiamo chiuderci nei riguar-

di della presenza di nuovi modelli d’offerta ma per

ogni attività è necessario il rispetto del principio

della sostenibilità, con locali adeguati che

non producano solo esternalità negative.

28

Mixer

/ DICEMBRE/GENNAIO 2017

PUBBLICO ESERCIZIO

Centri storici

M

CS

NCS

2016

2016/2008

2016

2016/2008

N.

VAR. ASS.

VAR. % N.

VAR. ASS.

VAR. %

Ristorazione con servizio

6.178

1.244

25,2

12.779 3.325

35,2

Ristorazione take away

1.528

449

41,6

4.670 1.244

36,3

Gelaterie e pasticcerie

505

83

19,7

1.569

185

13,4

Bar

5.317

-560 -9,5

15.189

-972

-6,0

CENTRI

STORICI (CS)

VS. ALTRO (NCS)