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Mixer

/ DICEMBRE/GENNAIO 2017

IL PUNTO

del presidente FIPE Lino Enrico Stoppani

L

oscrittoreUgoOjetti(Roma1871-Fiesole1946),

noto anche per i suoi aforismi,

scriveva che nella

vita bisogna evitare tre sciocchezze: “

amare al

buio, dormire al sole, mangiare in silenzio

”, dove

proprio l’ultimo suggerimento sottolinea l’abbinamento

della tavola alla convivialità, alle chiacchiere, ma anche,

da sempre, all’ascolto della musica.

Ciboemusica:partiintegrantidellavitaquotidianadelle

persone e delle comunità,

veicoli materiali di cultura,

estensori di tradizione e termometri d’innovazione nella

società, sono accomunati da tante affinità, da diventare

complementari, anche negli interessi. Sono numerosi,

infatti, i pubblici esercizi che fanno della musica una

componente importantedella lorooffertacommerciale,

diffusacomesottofondoneibar,organizzatainconcertini

nei ristoranti inoccasionedi festeo, addirittura, elemento

di richiamo principale nei locali serali o nelle discoteche.

Cosí come il cibo, anche la musica ha vissuto i fenome-

ni della modernità cambiando pelle.

Basti pensare alla

contaminazioneetnicaportatadallaglobalizzazioneche

ha generato nuove tendenze, ha aperto nuove frontiere,

portando modificazioni genetiche ai suoni e nuovi in-

gredienti e ricette di altri Paesi nella cucina.

Anche nelle difficoltà cibo e musica hanno vissuto una

storiasimile:

nuovistrumenti–anchedigitali-hannoaper-

tonuovepotenzialitàedato linfa ai due settori,mahanno

portato anche a nuove, e insidiose, forme di concorren-

za sleale, dalla pirateria musicale all’abusivismo sotto il

grande cappello della sharing economy per i pubblici

esercizi,conaggressionialmercatocheromponoequilibri

e ledono legittimi interessi e regole di esercizio.

La scienza ha dimostrato che il buon cibo e la buo-

na musica attivano la stessa zona del cervello.

Siamo

convinti che l’affinità valga nel bene e nel male: cibo e

musica non solo si esaltano similmente, ma similmente

vanno difesi. Vanno difesi creando un mercato sano,

con regole semplici da rispettare e da far rispettare, a

difesa degli imprenditori e dei cittadini: un patto sociale

per difendere il nostro patrimonio di cultura materiale.

Innanzitutto, il matrimonio tra Cibo eMusica – unmatri-

moniobenriuscito,

checoniuga laconcretezzadel bisog-

no umano con la bellezza eterea dell’arte, ricordando il

più felicematrimoniodel mitogreco, quello traCadmoe

Armonia –, come tutti i matrimoni richiede anche regole

da rispettare. E la recente innovativa Convenzione Fipe/

Siae, che semplifica e favorisce gli adempimenti degli

esercenti, va esattamente in questa direzione.

Poi, c’è il tema sociale. A questo proposito, c’è certa-

mente un problema di civile convivenza che le discus-

sioni sulla movida alimentano,

e va ricostruito un ponte

tra i gestori, i residenti, i turisti, le autorità comunali e

le Forze dell’Ordine, per non impoverire il vivaio della

nostra cultura musicale e dell’imprenditoria dei pubblici

esercizi. La

night-time economy

è fatta soprattutto di

persone che lavorano, festeggiano qualcosa o hanno

l’inclinazione ad uscire di notte, generando benessere,

cultura, animazione, relazioni e anche legittimi interessi.

In un clima di buone regole, va quindi interrotta la ten-

denza preoccupante che sta portando alla chiusura di

molti locali che fannomusica dal vivo, e che spesso sono

autenticamente pezzi della nostra storia, perché è lì che

nasconoecrescononuovi talenti, rafforzando la funzione

culturale della musica che il (pur discusso) Premio Nobel

della Letteratura 2016 a Bob Dylan ha confermato.

ÈpassatounannodaiterribiliattentatidiParigi,chehan-

no drammaticamente colpito inermi avventori

di teatri,

bar e ristoranti, luoghi di ritrovo affollati per creare più

terrore possibile, ma anche luoghi della nostra cultura,

simboli del modo occidentale di intendere la comunità

e la libertà. Teatri, bar, ristoranti: luoghi di cibo emusica,

appunto. Valorizzareedifenderequesti dueaspetti della

cultura(edellanostraeconomia)diventadunquenonsolo

produttivo, ma anche un atto di civiltà, di resistenza e di

coraggio del quale possiamo essere tutti protagonisti,

nel nostro piccolo.

Cibo e Musica:

dal mito greco a Parigi