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MARZO 2017 /

Mixer

17

LINO STOPPANI,

PRESIDENTE DI FIPE

Torno quindi a ripetere: penso ci voglia più coraggio.

Del resto, per molti anni il costo dell’espresso al bar è

stato legato a quello del quotidiano. Da tempo, però,

non è più così. E questo deve fare riflettere i pubblici

esercizi sulle loro politiche di prezzo.

In questa prospettiva, una maggiore articolazione

dei listini può essere collegata alle diverse formule

dei locali (bar/pizzerie/ristoranti) comepurealla loro

diversa collocazione geografica (centro-periferia,

nord-sud)?

La questione rimanda direttamente a quello che una

volta si definiva con il termine di “gabbie salariali”. È

certamente giusto che, anche nel caso del caffè, a

costi di struttura e gestione dei bar differenti – penso

al personale, alleutenze, alle locazioni –corrispondano

differenti modulazioni di prezzi, così come del resto

avviene già per molti altri prodotti. Tutto ruota infatti

intorno alla sostenibilità del conto economico.

In questo scenario, è ormai imminente l’arrivo di

Starbucks in Italia…

Su questo argomento va fatta una premessa: se l’in-

gresso di Starbucks non è avvenuto prima, è perché

INCREMENTI SÌ,

MA RAGIONEVOLI

E RAGIONATI

L’analisi di Luciano Sbraga, responsabile dell’Ufficio

Studi di Fipe

Le ricerche – non ultima la survey condotta da Service

Planet One, cui è stato dedicato un ampio servizio

sullo scorso numero di Mixer – lo dicono con chia-

rezza: all’estero la tazzina di caffè costa più che nel

nostro Paese.

Questoperònon significanecessariamenteche l’Italia

debba intraprendere la via dei rincari. “Le compa-

razioni secche fra Paesi - osserva Luciano Sbraga,

responsabile dell’Ufficio Studi di Fipe - spesso non

sono molto significative, perché mancano di conte-

stualizzazione.

Provo a spiegarmi meglio. Il prezzo di un bene, e a

maggior ragione di un servizio, non dipende solo da

variabili intrinseche, ma anche da variabili esogene a

cominciare da quelle che ne caratterizzano il modello

di consumo. Si pensi, ad esempio, al rapporto tra

prezzo e consumi di birra in Germania: nella cultura

teutonica, la “bionda” costituisce un vero e proprio

rito sociale e questo si riflette necessariamente sui

prezzi generalmentecontenuti. Lostessovalenel caso

della tazzina di caffè espresso al bar nel nostro Paese:

per noi italiani l’espressoèun’abitudine irrinunciabile.

Il prezzodevequindi tenere contodel nostromodello

diconsumo.Indefinitiva,ogniprodottohalasuastoria.

Ma possiamo spingerci anche oltre: da noi il caffè è

un prodotto di punta che porta traffico nei locali e

rappresenta un elemento attrattivo capace di fare

da traino nei confronti della complessiva offerta del

bar. Il suo prezzo dunque deve essere costruito in

relazione all’intero business del locale. Sostenere

pertanto che il prezzo dell’espresso in Italia va ag-

ganciato a quello che si riscontra negli altri Paesi è