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Mixer

/ MARZO 2017

LA PROFESSIONE

Le materie prime

L’accoppiamento

del fior di latte con

il pomodoro e il basilico

ha dato vita

alla celebre “caprese”

Il

FIOR DI LATTE,

l’eccellenza

di Agerola in tavola

di Franco Canna

Q

uando si parladimozzarella il pensierocorre

immediatamente alla bufala, uno dei fiori

all’occhiellodell’alimentareMade in

Italy.Ma

il mondo dei formaggi molli a pasta filata è

in realtà molto più ampio e, soprattutto, ricco di ec-

cellenze. Una di queste è il fior di latte dell’Appennino

meridionale, un prodotto con una storia secolare che

sta valicando prepotentemente i confini territoriali nei

quali è stato finora relegato.

Prodotto in Campania e in parte del Molise, della Ba-

silicata, della Calabria, della Puglia e del basso Lazio,

il fior di latte dell’Appennino meridionale ha la sua

capitale ad Agerola, un piccolo paese di poco più di

7.000 abitanti arroccato sui Monti Lattari e affacciato

sulla costiera amalfitana.

“Qui c’è una tradizione ultra secolare nella produzione

di fior di latte”, spiega

Antonio Fusco

, titolare del

caseificio Fior d’Agerola, uno dei più rinomati della

zona. “Questo paese ha da sempre basato la propria

economia sulla trasformazione del latte vaccino, non

a caso è posizionato al centro del parco dei Monti

Lattari. Le tecniche di lavorazione si sono raffinate ne-

gli anni e sono state tramandate da padre in figlio”.

Il caseificio dei Fusco, per esempio, è stato fondato

nel 1840 dal trisavolo degli attuali proprietari. A quei

tempi i latticini venivano portati a Napoli con i carretti

e venduti porta a porta.