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MARZO 2017 /

Mixer

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IL PRODOTTO

Il fior di latte viene prodotto in varie forme e dimen-

sioni: sferico, con o senza testa, o a treccia sfoglia, con

pezzature dai 15 grammi del bocconcino fino a 2 kg

ed anche oltre. Rispetto alla mozzarella di bufala il

prodotto è meno grasso e presenta un colore bianco-

latte con sfumature paglierine. La pasta ha un sapore

caratteristicodi latte leggermenteacidulo, soprattutto

se per la produzione si utilizza latte crudo.

“La caratteristica principale di questo prodotto è la

maturazione lenta. La cagliata ottenuta dalla coagula-

zionedel latte viene lasciata amaturareper circa 16 -20

ore.Questopermettealla florabatterica, normalmente

contenuta nel latte, di svilupparsi e caratterizzare con

aromi particolari il prodotto ottenuto”, spiega Fusco.

Dal punto di vista nutrizionale, il fior di latte di Agerola

presenta un tenore di materia grassa pari a circa il

18%, carboidrati all’1%, proteine al 16%. Le proprietà

organolettiche variano nel corso dell’anno in funzione

dell’alimentazione delle mucche e sono accentuate

dalla produzione a latte crudo.

LA LAVORAZIONE

Nel caseificio Fior d’Agerola il latte raccolto presso le

variestallegiungeal caseificioversol’unadi notte.Dopo

i controlli igienico-sanitari, viene inviatoallacoagulazio-

ne; fase che termina verso le 8 di mattina. La cagliata

ottenuta, posta su apposite tavole che agevolano la

IL PROVOLONE

DEL MONACO

Agerola è famosa, oltre che per il fior

di latte, anche per un altro formaggio

a pasta filata particolarmente pregiato

che si produce con il latte prodotto

dalle vacche del territorio: il Provolone

del Monaco, un caciocavallo semiduro

che dal 2010 è protetto dal marchio

DOP. Il Provolone del Monaco presenta

una crosta sottile, liscia e dura di colore

giallo-avorio. La pasta varia da morbida

a piuttosto dura a seconda della

stagionatura e il gusto è leggermente

piccante. Viene prodotto con latte

crudo proveniente da bovine di razza

Agerolese per almeno il 20% del totale.

sgocciolatura del siero, viene costantemente monito-

rata per seguirne la maturazione. Poiché il processo è

del tutto naturale e nessuna sostanza “estranea” viene

aggiunta, l’unico metodo per accelerare o ritardare la

maturazione e quello di mantenere calda la cagliata

ammassandola, odi raffreddarladiradandola sui tavoli.

Giunta a maturazione la cagliata viene filata mediante

la cottura con acqua bollente e poi formata nelle varie

pezzature. “Questo per 365 giorni all’anno perché le

mucche producono latte tutti i giorni e la durata di un

latte non trattato è molto breve”, puntualizza Fusco.

QUANDO USARLO

Il fior di lattepuòessereutilizzato sia a crudo che cotto.

“Crudo risulta molto fresco ed avendo un tenore di

grasso nettamente inferiore alla mozzarella di bufala

risulta più digeribile”, spiega Fusco.

L’accoppiamento con il pomodoro e il basilico ha dato

vita alla celebre “caprese”. Ma il crescente apprez-

zamento del prodotto a livello nazionale (e anche

internazionale) è legato al suo utilizzo in farcitura,

soprattutto per la pizza napoletana. “Il prodotto è

ideale per le farciture e per la pizza perché la bas-

sa umidità fa sì che durante la cottura non si liberi

latticello che andrebbe a compromettere l’integrità

dell’impasto”, spiega Fusco. Non è un caso che le

migliori pizzerie napoletane utilizzino esclusiva-

mente fior di latte di Agerola per le loro pizze.

M