MARZO 2017 /
Mixer
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AMARONE, PROFILO MORBIDO
Così come la mescolanza di uve che lo compongono (l’Ama-
rone è frutto di un mix di uve rosse in gran parte autoctone,
chehannonella varietàCorvina il grappolopercentualmente
più importante) questa tipologia ha mostrato un profilo via
via sempre più morbido, per una serie di ragioni. Quali? In
primo luogo il mercato, specie americano, che per anni ha
amato vini potenti, concentrati e ‘arrotondati’, ma anche
la temporanea amnesia che ha investito un altro prodotto,
anch’esso prodotto in Valpolicella: il Recioto.
Forse il progenitore dell’Amarone, il Recioto condivide, pro-
prio con l’Amarone, la tecnica dell’appassimento. I grappoli,
una volta vendemmiati, vengono posti in stanze termore-
golate su graticci o cassette di plastica, di modo che l’aria
ne asciughi gli acini. Dopo alcuni mesi le uve perdono gran
partedel loropeso, concentrando tuttavia saporeezucchero.
Seperò il Recioto, dopo la vinificazione, rimanedolce, l’Ama-
ronedeve risultare secco, conmoderato residuo zuccherino,
ma anche l’annata aiuta a determinarne il valore.
Ho detto deve? Meglio sarebbe dire dovrebbe, visto che
alcuni assaggi della 2013, annata appena proposta dai
produttori aderenti al Consorzio Tutela Vini Valpolicella,
hanno messo in luce una tendenza morbida per non dire
apertamente dolce. Nonostante questo vi invito a prova-
re gli Amarone del 2013 perché nonostante la tendenza
appena stigmatizzata, per fortuna diverse aziende hanno
prodotto esemplari ricchi di identità con un sorso com-
plesso, secco e con una dolcezza che ha del comprimario
gustativo e non del protagonista. Alcuni nomi di cantine
che sono rimaste fedeli all’idea originaria dell’Amarone?
Sartori, Tenute Salvaterra, Vigneti di Ettore, Ca’ Rugate,
Zymé, Secondo Marco e, per fortuna, tanti altri.
LE ALTRE ANTEPRIME
Tornando ai numeri ma spostandoci in Toscana, le annate
oggetto delle anteprime sono, o saranno, la 2012 per il
Brunello di Montalcino, con la 2011 Riserva sempre che
un’azienda abbia deciso di produrla, e 2015 o 2014 per il
Chianti Classico. Sulla 2012 a Montalcino il livello espresso
dai Brunello cosiddetti d’annata può essere riassunto dalla
parola “bomba”.
Perdonerete il commento poco tecnico, ma assaggiando
gli esemplari prodotti da alcune cantine come Salvioni,
Casanova di Neri, Ciacci Piccolomini d’Aragona, le Potaz-
zine e Biondi Santi, questo che ho appena espresso è il
commentopiùattinenteaquelleche sono state le sensazioni
manifestate dai vini durante l’assaggio.
Sul Chianti Classico il discorso invece è più complesso.
Oltre alla scelta delle differenti aziende di rilasciare omeno
la 2015, potenzialmente migliore dell’annata preceden-
te, la lettura risulta meno semplice in virtù del fatto che
vanno considerati sempre altri parametri come: differenti
territori di produzione – parlo di diversità nei suoli, alti-
tudini ed esposizioni – cui vanno sommati altrettanti stili
e materiali (acciaio, legno di diverse dimensioni
e cemento) di vinificazione scelti dai produttori.
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