MARZO 2017 /
Mixer
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il
traffico
cresceva dello
0,5%
, la
spesa totale
dello
0,9%
e la
spesa media individuale
di un altro
0,5%
.
L’analista calcola che in Italia le visite al bar siano
4,5
miliardi l’anno
e rappresentino il
45%
di tutta la ri-
storazione commerciale. Un traffico che è previsto in
ripresa dello
0,6%
quest’anno, e dell’
1%
nel 2018, e
che per il
74%
riguarda la fascia della
colazione
, cioè
una delle più favorevoli ai prodotti da forno.
PER CRESCERE BISOGNA INTEGRARE
Tuttobene, dunque?Nonproprio. Nella categoriabar,
infatti, la crescita non è omogenea: i
bar/caffetteria
tradizionali
, pur continuando a rappresentare
oltre
due terzi (78%)
delle visite complessive, mostrano
un
incremento nullo
, mentre l’aumento più consistente
(+0,3%)
è registrato dagli
snack bar/tavola fredda
,
seguitidalle
tavolecalde (+02%)
. Ilmessaggioèchiaro:
oggi per incrementare il business i pubblici esercizi
devono
ampliare l’offerta al food
. Le rilevazioni di
The NPD Group, Inc.
indicano che, per il momento, il
contributo principale dell’Arte Bianca al fatturato del
bar rimane la
Viennoiserie
, come brioche o croissant.
Al contrario, il consumo “semplice” di caffè fuori casa
risulta diminuito
(nel 2016 è
pari all’
89%
di quellodel 2011)
e i duedati combinati suggeri-
scono che il gestore che vuole
conservareemagari aumenta-
re i propri clienti, dovrà pun-
tare sempre più su brioche,
croissant–eanchepane, come
vedremopiù avanti.Meglio se
artigianali e di qualità
: cre-
sce l’importanza attribuita dai
clienti alla
qualitàdeiprodotti
che trovano al bar (
16,3%
nel
2016rispettoa13,3%nel 2011)
mentrediminuiscequelladella
vicinanzadel locale
(da45,3%
a
38,4%
) e dell’
abitudine
(da
37,8% a
30,9%
).
In sostanza, commenta
Mat-
teoFigura
,FoodserviceDirec-
tor Italy di
The NPD Group,
Inc.
:
“…le scelte dei consu-
matori si fanno più oculate e
la Viennoiserie è una storia di
successosucome l’evoluzione
A
ccade spesso, in Italia, di discutere di un
argomentotalmentetantoche lepercezioni
hanno il sopravvento sui fatti. L’
Arte Bianca
ne è un esempio classico: da anni sentiamo
dire che le mode alimentari – soprattutto la demoniz-
zazione del glutine – stanno riducendo i volumi, ma i
numeri dicono che non è così
. Secondo dati
ISTAT/
AIDEPI
, dal 2002 al 2015 i consumi di prodotti da forno
nel nostro Paese sono passati da circa 14 a
oltre 16
kg pro capite
. Mediamente, i prodotti a base di cere-
ali rappresentano circa il
17%
della spesa alimentare
complessiva, che oscilla tra i
409 euro mensili
nelle
Isole e i
455 euro
nel Centro Italia.
Passando al mondo del
fuori casa
, la situazione sem-
brerebbe ancora più confortante: sempre secondo
l’
ISTAT
, quest’ultimoha rappresentatonel 2016
l’8,6%
della spesa totale degli italiani e il
32,3%
dei consumi
alimentari, per un valore di circa
72 miliardi di euro
.
L’Italiarappresenta
il terzomercatoAway-from-Home
in Europa dopo
Spagna e Regno Unito
, con le quote
più rilevanti in
Lombardia, Emilia Romagna, Venetoe
Piemonte
. A fine 2016 l’analista di mercato
The NPD
Group, Inc.
rilevavachenella ristorazionecommerciale