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APRILE 2017 /

Mixer

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UN DEHOR AL PROPRIO RISTORANTE,

SE BEN FATTO E IN SINTONIA CON

LO SPIRITO DEL LOCALE, ATTRARRÀ

I CLIENTI. I COSTI CI SONO, MA

I VANTAGGI SONO CONSISTENTI,

E VANNO BEN OLTRE IL NUMERO DI

COPERTI IN PIÙ

di Anna Muzio

più una ventina di posti sulla pedonale, pittoresca piazza dei

Ponziani -. I problemi? Il “tavolino selvaggio”, con l’anarchia

che è regnata per anni a Roma, e che ha portato negli ultimi

tempi a un eccessivo irrigidimento: residenti che si lamentano

per il rumore, e con i quali non sempre è possibile dialoga-

re”. È una sorta di acquisto d’impulso, con i tavoli ester-

ni che invogliano i passanti a entrare e chiedere un posto.

Molti clienti poi hanno dichiarato che mangiando fuori in un

ambiente piacevole e rilassante, il cibo sembra più buono.

ATTENZIONE A…

Più coperti e una maggiore visibilità sono senz’altro aspetti

positivi, ma attenzione: non sono tutte rose e fiori. Anche

l’organizzazione del ristorante va testata, assicurandosi che

l’aggiunta di tavoli possa essere sostenuta dal personale in

cucina e in sala, e sarà necessario probabilmente coinvolgere

altre persone. “Noi preferiamo evitare gli stagionali e avere

sempreuncameriere inpiù, poi essendoun’azienda famigliare

ci gestiamo, prendendoci pause nei periodi invernali quando

c’è meno lavoro” – dice Mambrini.

Una ricerca britannicamostra come la preoccupazionemag-

giorenella sceltadel postodovemangiareall’aperto riguarda

l’igiene prima, e poi il servizio. Due fattori da monitorare

costantemente. Essere abbandonati a un tavolo sotto le

stelle da camerieri che sembrano essersi dimenticati di voi,

magari a un passo dalla strada, in un ambiente sporco e con

la sensazione che l’igiene sia lasciata al caso. Inoltre, conse-

gnare i piatti all’esterno ancora caldi e velocemente può non

essere così semplice come sembra. Una soluzione potrebbe

essere quella di coprirli, anche per evitare la contaminazio-

ne da parte di insetti o foglie secche cadute dagli alberi.

L’occupazione di spazio pubbli-

co è regolata dalla legge 287/91.

L’autorizzazione può essere richiesta

dagli esercizi e definisce “i limiti e le

regole delle occupazioni temporanee

di suolo pubblico per spazi di ristoro

all’aperto, ovvero l’insieme degli ele-

menti mobili posti temporaneamente

sullo spazio pubblico, o privato gra-

vato da servitù d’uso pubblico, che

costituisce, delimita ed arreda lo spa-

zio per il ristoro all’aperto annesso alle

attività”. L’apposita domanda andrà

rivolta alla Direzione Comunale Attività

produttive o ad ufficio appositamente

predisposto che provvederà, sentito

il parere della commissione apposita,

al rilascio della relativa concessione. I

costi e la durata della stessa sono rego-

lati dal comune e sono molto variabili,

perché dipendono dalle dimensioni,

dal tipo di attività (bar, ristorante, e

gelateria), e naturalmente dalla zona in

cui sorge il locale.

OCCUPAZIONE SPAZI,

OGNI COMUNE HA LE SUE REGOLE