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Mixer
/ APRILE 2017
IN PRIMO PIANO
Dehor
CONSIGLI PER GLI SPAZI ESTERNI
“Per prima cosa è bene consultare un tecnico, geometra o
architetto, per una verifica normativa e dei regolamenti locali
– spiega
Claudia Baldi
, architetto e docente di Retail Design
e Interior Design al Politecnico di Milano –. I regolamenti per
l’occupazionedellospaziopubblicosonocomunali,maanche
nel caso si intenda allestire una struttura in un’area privata,
potrebbe essere necessario chiedere dei permessi”.
Un dehor può essere semplicemente delimitato con delle
fioriere, oppurechiusocon sistemi sofisticati, chepermettano
di adeguarsi alle condizioni climatiche mutevoli e possono
essere riscaldati, condizionati o profumati tramite diffusori,
da utilizzare tutto l’anno. “Va considerato il rapporto tra
esterno e interno – continua Baldi –. Non solo ci deve essere
continuità d’immagine (non necessariamente identità) tra gli
arredi interni ed esterni, ma anche una sintonia con l’am-
biente circostante”. Non si può utilizzare gli stessi materiali
e lo stesso stile, insomma, su una spiaggia o in montagna.
Le opportunità oggi nel mondo degli arredi contract sono
molteplici, e permettono di creare ambienti accoglienti e
di design. “Il concetto di dehor è radicalmente mutato nel
corso degli ultimi anni – spiega l’architetto
Luisa Battaglia
di
Scab Design
–; si è passati dal concepire lo spazio esterno
come una zona secondaria e quasi di servizio, al traslare il
living all’aperto”.
“In questo periodo è in forte tendenza il prodotto per vivere
all’aria aperta, qualunque sia lo spazio disponibile e non so-
lo durante le stagioni più calde – conferma
Floriana Nardi
,
Ceo e Responsabile Marketing e Comunicazione
Nardi
–. Si
cercano prodotti di design ma anche solidi, resistenti, facili
da pulire e leggeri”.
PUNTARE SUL VERDE
Piante verdi e fiori sono un elemento portante, da usare per
la separazione dello spazio esterno e non solo.
Il verde può anzi essere usato come elemento caratteriz-
zante, giocando su piante aromatiche e addirittura ortaggi
che richiamano a una cucina che punta molto sui vegetali.
Si possono sfruttare piante meno banali del solito pitosforo,
ma che richiamano la cucina tipica del ristorante: una limo-
naia per un siciliano o ciliegi e aceri rossi per un giapponese.
“A volte con poco sforzo si possono sfruttare delizio-
si cortili interni, terrazze e tetti abitabili” dice Baldi. Una
tendenza che sta andando per la maggiore a Londra e
New York, dove sempre più spesso si vedono orti urba-
ni e pareti verdi, che sottolineano una filosofia ve-
getariana o comunque attenta alla sostenibilità.
5 PUNTI DA TENERE
IN CONSIDERAZIONE
I consigli della NRA, National Restaurant
Association americana
• Create un rifugio in un cortile interno, se possibile con un
pergolato. Non è necessario offrire viste panoramiche, si
può anche dare un riparo dalla vita frenetica di città.
• Organizzate un happy hour all’esterno specialmente nei
giorni molto caldi, quando i clienti tendono a scegliere gli
interni con aria condizionata.
• Se non avete un cortile o spazi esterni, pensate al
marciapiede davanti all’entrata. I tavoli sul marciapiede
sono l’ideale nei centri storici con grande movimento di
pedoni.
• Testate la reazione dei vostri clienti senza partire subito
con una ristrutturazione completa. Assicuratevi che la
vostra cucina riesca a gestire l’aumento di richieste e che i
camerieri riescano a seguire i tavoli in più.
• Proprio come gli interni di sala, gli esterni andrebbero
rinnovati ogni cinque/sette anni per mantenere un aspetto
contemporaneo.
Se siete in una zona particolarmente calda potreste
utilizzare un sistema di raffreddamento esterno (come
nebulizzatori ad acqua) o grandi ombrelloni per aumentare
l’ombra.
M