APRILE 2017 /
Mixer
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Lo dimostrano le adesioni. In un periodo non così
particolarmente roseo per l’economia, il numero di
aziende partecipanti è stato confermato, senza con-
tare che le visite di buyers stranieri saranno proba-
bilmente in aumento. Motivi? Non solo perché il vino
italiano piace, ma anche perché la fiera di Verona
prevede spazi più ampi per il B2B, oltre a un numero
sempre crescente di degustazioni di vini stranieri,
come quelli prodotti in Au-
stralia, Croazia, Ungheria,
solo per citarne alcuni. Mo-
menti d’incontro, confronto
e assaggio, per capire a che
punto sono gli ‘altri sorsi’,
in un mondo, come quello
del vino, che è sempre più
globalizzato. Se il palcosce-
nico del vino si allarga, an-
che quello del Vinitaly non
può essere da meno.
IL BIOLOGICO
Per questo sono importanti
gli spazi dedicati ai vini bio,
anche se continuo a com-
prendere a fatica perché il
vino ‘green’ debba sdop-
piarsi se non addirittura
moltiplicarsi in spazi diffe-
renti (esistono spazi dedica-
ti per Vinitalybio, ma anche per Vivit e Fivi) e non mi
voglio impantanare ulteriormente nell’argomento,
parlando delle altre manifestazioni che si svolgono
attorno a Verona nello stesso periodo del Vinitaly,
aventi ugualmente per oggetto i vini bio:
logici
o
dinamici
che siano.
Tornando agli ampliamenti, quest’anno stanno più
comodi gli espositori di Sardegna e Piemonte (il padi-
glione 10 che ospita il Piemonte è stato oggetto di un
restyling). Sono rimosse inoltre le due tensostrutture
utilizzate dalla regione Toscana, che fino all’edizione
passata s’incontravano appena entrati dall’ingresso
principale, daquest’annosostituitedaunnuovospazio
espositivo di ben 4.000 metri quadrati.
Ampliamenti anche all’esterno con più parcheg-
gi scambiatori nei pressi delle uscite autostra-
dali, così da non dover entrare necessariamente
nel quartiere fieristico, evitando al tempo
stesso ‘ubriacature’ di tipo automobilistico.
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