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Mixer

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SPECIALE 30ANNI

RISTORANTI

livello italiano e internazionale dei dati di settore.

E i numeri raccontano una storia che è partita da

una manciata di insegne franchisor, che in alcuni casi

suscitano anche nostalgia, come il famoso Burghy, e

che nel 1993 contavano poco più di un centinaio di

punti vendita affiliati attivi su tutto il territorio italiano.

Solo pochi anni dopo però lo scenario è completa-

mente cambiato. Nel 1996 i punti vendita sono più

che triplicati e le insegne iniziano a prendere piede

in modo consistente.

McDonald’s acquista Burghy e lancia la sua espan-

sione italiana, ma anche insegne nostrane come Se-

gafredo Zanetti e Spizzico aumentano il numero di

punti vendita in franchising.

Il decennio successivo è quello della conferma e

di un modo di fare ristorazione che è premiato

non solo dai numeri, ma anche dalle abitudini ali-

mentari, che si modificano (senza mai stravolgersi

del tutto) in linea con i mutamenti della nostra so-

cietà. Arriviamo così a 700 punti vendita nel 2001

e quasi il doppio solo cinque anni dopo. Il fran-

chising della ristorazione incide ancora in modo

marginale nel fatturato complessivodell’affiliazione

commerciale (4%) ma è solo questione di tempo.

L’opinione di Luca Fumagalli,

Amministratore Unico – DIF

LA RISTORAZIONE EVOLVE:

PERCHÉ E IN CHE MODO

IL FRANCHISING È OGGI

PIÙ CHE MAI UNA RISORSA?

Tutti gli indicatori segnalano che oggi la ristorazione italiana

si trova a un punto di svolta, tra cambiamento e fallimento.

Se una volta era sufficiente “saper far da mangiare”,

oggi il settore richiede più professionalità e più

efficienza.

Inoltre, la sostanziale tenuta della domanda

attira investitori e nuovi operatori da altri settori, creando

così maggiore competizione e generando turbative che solo

i competitor più forti e attrezzati sono in grado di superare.

Ecco dove il franchising può giocare e vincere la sua partita:

riducendo i rischi d’impresa per i neo-imprenditori del

food attraverso la creazione di reti forti e competitive e di

brand italiani forti sul mercato interno, ma anche in grado

di affrontare quelli internazionali con il meglio delle nostre

tradizioni culinarie.

Fino a oggi il grande talento italiano nella ristorazione è

stato esportato a livello di individualità e di eccellenze,

spesso senza una visione, una strategia, un sistema.

Internazionalizzare con il franchising è una scelta che

permette di vendere non solo prodotti, ma anche

attrezzature, servizi, formazione, metodi e valore.

Da una parte possiamo monetizzare il nostro know-how,

dall’altra possiamo valorizzare appieno il nostro patrimonio.

Inoltre, sviluppare la propria attività di ristorazione in

franchising non significa assolutamente scendere a

compromessi con la qualità dell’offerta oppure perdere

l’unicità o la peculiarità delle proprie ricette, ma mantenere

la grande forza della tradizione culinaria italiana con format

ben strutturati, in grado di rappresentarci degnamente in

ogni parte del mondo.

Il punto

sulla ristorazione italiana

in franchising