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Mixer

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SPECIALE 30ANNI

MIXABILITY

un fenomeno sociale, un must che coinvolgeva indi-

stintamente professionisti e studenti introducendo il

concetto di cibo abbinato al drink offerto gratuita-

mente al solo costo del cocktail.

Michel Granpasso Orlando

racconta come la re-

peribilità dei prodotti da miscelare fosse diversa:

fino alla metà degli anni ‘90 non si parlava di certo

di Premium Vodka o di craft spirits.

Il periodo successivo è quello in cui la rivisitazione

dei cocktail IBA andò per la maggiore. Chi non ha

mai sentito parlare di twist on classic?

Negli anni 2000 ci si allontanò del tutto dalle ricet-

te classiche e dalle rivisitazioni per creare cocktail

inediti.

Per

Max Morandi

sono gli anni della miscelazione

molecolare e, qualche anno dopo, degli Speakeasy.

Due i protagonisti indiscussi fautori delle tendenze

allora emergenti:

Dario Comini

con il suo pluripre-

miatoNottinghamForest e il teamdel

Jerry Thomas

Speakeasy

di Roma, primo format del genere in

Italia, concepito nel 2009.

Cambiarono anche i prodotti: i premix, che aveva-

no cavalcato il mercato fino al primo decennio del

2000, vennero oscurati da una preparazione che è

concettualmente l’opposto, gli sciroppi home-made.

Nel 2007 si tenne il primo Bar Convent a Berlino e

da lì in poi è stato un crescendo: testi specialisti-

ci, seminari, bar show e internet che, per Tiziana

Borreani, hanno offerto a chi lavora al banco bar

l’opportunità di essere una community.

Come spiega

Flavio Esposito:

“oggi abbiamo tutto

a disposizione e ciò può essere anche un fattore

negativo quando ci si improvvisa o si ha poca umiltà.

C’è gente molto preparata, ma anche chi affronta

la miscelazione come un gioco”.

TREND DI MISCELAZIONE:

DOVE SIAMO OGGI

Abbiamo chiesto ai nostri bartender di citare le ten-

denzedimiscelazioneprotagonisteoggi al bancobar

e l’affrescocheneemergeèvariopinto: throwing, affu-

micatura, fat wash, estrazioni, azoto liquido, ossido di

diazoto, evaporatori rotanti per la distillazione, sifoni,

acidificazione, carbonatazione. Sembra di stare in un

laboratorio e a volte può far paura anche ordinare!

Tiziana e Paolo

del The Balance usano queste tecni-

che conmoderazione, facendo i giusti passi emante-

nendo sempre una loro identità. Nessuna soluzione

innovativa va esclusa al banco bar, ovviamente dove

questo può avere senso.

Max Morandi

ci scherza su:

“E soprattutto che porti cassetto!”.

Anche

Michel Granpasso Orlando

consiglia di sce-

gliere con gusto e parsimonia: “Affumicare ogni ben

di Dioperché fa figoè sbagliato, sferificare il Campari

nel circolino di paese non ha senso, e di certo shake-

rare un Gin Tonic è pericoloso!”.

Thomas Martini

è entusiasta dei nuovi ed efficaci

strumenti a disposizione ma si domanda se sarà pos-

sibile riuscire a rendere i drink di oggi indimentica-

bili come quelli del passato: “La chiave del successo

rimane distinguersi facendo il classico, offrendo un

momento emozionante al cliente che dovrà uscire

dal locale soddisfatto”.

Tra i trend non si può non citare l’affumicatura dei

cocktail: una tecnica molto bella e scenografica ma

che richiede conoscenza, non si può improvvisare

con una smoking gun in mano.

Molta più attenzione, rispetto al passato, anche nella

selezione delle attrezzature: il parisienne sostituisce

il più classico tin e la scelta ricade su strumenti dal

DANILO BELLUCCI,

CHE OGGI SI DEFINISCE

SCHERZOSAMENTE

‘IL NONNO

DEI BARTENDER’