SPECIALE 30ANNI
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Mixer
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neludibile evoluzione del sistema distributivo?
Direi che in questo lungo percorso, tre sono state le
tappefondamentali ingradodi condizionareedirigere
gli sviluppi successivi. Laprima strettamenteattinente
all’innovazione, la seconda di carattere industriale,
l’ultima in ottica di strategia aziendale.
Etuttiquestitrecasihannodatola“scossa”anoigrossi-
sti, sonostati dei potenti catalizzatori di cambiamento,
ci hannomesso davanti a un’evidenza inequivocabile:
bisognava necessariamente lavorare inmodo diverso
da prima. Sono pronto a riconoscerlo: l’industria, ha
sempre messo “pepe” sul mercato.
La prima svolta epocale è stata – a fine anni ’70 –
l’introduzione del PET in Grande distribuzione. Un
cambio di packaging importante che, impattando
specialmente sull’acqua, ebbe forti ripercussioni an-
che sul business dei grossisti per cui a quei tempi il
segmento della minerale copriva tra il 60 e il 50%
del prodotto distribuito. Per i distributori era giunto
il momento di ripensare il proprio ruolo. Fu questa
esigenza a innescare, da lì a pochi anni, la nascita dei
primi Consorzi, concepiti come nuove entità finaliz-
zate ad armonizzare e normalizzare una compagine
di circa 20.000 aziende, piccole e frammentate.
Quindi fu l’inizio di una nuova era?
Diciamo pure che i Consorzi si fecero portatori di
un significato profondo: fare sistema in modo da
reagire compatti alle novità che stavano scardinando
il consueto modus operandi, per proiettarsi verso
una nuova sfera di consumi, quella del fuori casa.
E anche oggi, a trent’anni di distanza, la regola d’oro
(cui il Cda si attiene fedelmente) rimane lamedesima:
evolvere insieme alle esigenze dei propri associati,
investendo sullo sviluppo di nuove competenze per
offrire un ampio ventaglio di servizi.
ITALGROB:
LA STORIA, I SUCCESSI, LE CRITICITÀ
Il racconto
di un testimone che
ne ha vissuto in prima persona
l’evoluzione: Franco Bruno Marini
La mia storia con Italgrob inizia oltre una quindicina
di anni fa in un convegno a Milano dove incontrai
Giancarlo Corsi, presidente della Federazione allora
quasi sconosciuta. Parlammo a lungo.
Dieci giorni dopo mi raggiunse a Roma con la proposta
di assegnarmi la posizione di segretario nazionale della
Federazione stessa. Ebbi l’“incoscienza” di accettare!
Presto mi resi conto che l’associazione, guidata da
personaggi validissimi, non aveva forza centripeta.
Decisi di cambiare strategia e misi al centro di ogni
attività il Grossista Distributore di Bevande fino allora
costretto a subire pressioni e condizionamenti: a monte
dai produttori, a valle dai pubblici esercizi.
Occorreva uscire dall’accerchiamento e farci conoscere
dal pubblico, dalla politica, dalle amministrazioni e dalle
confederazioni parallele.
Affilammo le armi. Rilanciammo la rivista di categoria,
GBI Bevande, e poi le affiancammo un giornale
on line:
www.italgrob.it. Successivamente fu preziosa
la collaborazione dell’eclettico Giuseppe Rotolo con
il quale conseguimmo significativi successi, anche di
tipo economico, organizzando l’ IHM (Horeca Meeting
annuale) all’Hilton di Roma: due giorni di convegno,
1.500 partecipanti, conduttori del livello di Attilio Romita
e Francesca Grimaldi.
I TRAGUARDI
Il primo successo pubblico
lo realizzammo ottenendo
l’abolizione delle “vendite
sottocosto” un sistema
ambiguo usato dai grandi
supermercati per irretire il
consumatore con poca spesa:
dopo la presentazione di un
nostro lavoro di ricerca al
Ministero del Commercio fu
promulgato il Decreto Ronchi
n.114 del 2001 pensato
per disciplinare le attività
promozionali.