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Mixer

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SPECIALE 30ANNI

DISTRIBUZIONE

ancora oggi (dopo più di 20 anni) molti distributori

navigano un po’ a vista.

Una criticità da più parti denunciata è il mercato

illegale di prodotti destinati all’export, che riman-

gono in Italia e qui vengono venduti senza il gra-

vame dell’Iva. Che impatto ha questo fenomeno

sul vostro business?

Prezzi illogici di questo tipo generano una turbativa

forte sia per il produttore che per gli altri distributori.

È inevitabilechiedersi come siapossibilecheun simile

mercato illegale possa proliferare. Più pragmatica-

menteuna soluzioneper attenuare l’impattonegativo

sul nostrobusiness, noi distributori potremmotrovarla

nella diversificazione dell’offerta. Un po’ come sta

già accadendo (e con successo) nell’ambito delle

birre artigianali.

Giusto. Però in più occasioni lei stesso ha ribadito

che “il 90%delle vendite lo si ottiene con il 10%dei

prodotti in magazzino”. Questo cosa comporta?

Semplice: c’è troppa concorrenza. Immagini la scena:

20distributori per provincia (questa è lamedia) e tutti

con gli stessi prodotti. È inevitabile che per uscire

dall’impasse qualcuno ricorra a leve “creative” come

il taglio prezzo o il pagamento

ad libitum

.

Eppure in magazzino le referenze non mancano…

Vero.Ma

leproposte veramente innovative, inquesti

M

ultimi anni, si contano sulle dita di unamano. E anche

le idee veramente originali, non sempre vengono

promosse come meriterebbero, perché si preferi-

sce non rischiare un insuccesso. Il risultato è che la

domanda rimane statica. È proprio vero quello che

si dice: “il mercato vende faticosamente ciò che il

mercato disperatamente chiede”.

E come se ne può uscire?

Servirebbe una propositività condivisa: produttori,

distributori, agenti edesercenti concordi e solidali nel

lanciare e argomentare nuovi prodotti. Dopo tutto il

consumatoreè curiosoepotrebbepremiare il rischio.

Ecco, a proposito di filiera: se potesse tornare

indietro con spirito critico, quali errori – da di-

stributore – cercherebbe di non commettere nei

confronti del pubblico esercizio? E quali errori

auspicherebbe che il pubblicoeserciziononavesse

commesso nei confronti dei grossisti?

Molto semplice: noi distributori non dobbiamo svilire

l’esercente a semplice acquirente di un prodotto, ma

– al contrario – fidelizzarlo con una consulenza a 360°

e una formazione approfondita (e non è quindi un caso

che il Cda abbia attivato 12 scuole di formazione). Da

partesual’esercentedevecomprenderecheilgrossista

non porta semplicemente i prodotti a domicilio, ma

offrebenaltro. Il segretostanella comunicazione

di questo concetto: è qui che occorre investire.