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OTTOBRE 2017 /

Mixer

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assorbe il 59% del prodotto commercializzato in Eu-

ropa. Bene si muovono pure Svizzera ed Austria. Ma

si devono anche segnalare alcuni nuovi mercati che,

nonostante la quota ancora ristretta di vendite, ap-

paiono di assoluto interesse. Si tratta infatti di Paesi

grandi produttori e consumatori di bevande alcoliche.

Mi riferisco soprattutto all’Est Europa dove tra il 2010

e il 2016 la grappa è stata protagonista di una crescita

del 7%. Più in particolare, penso alla Repubblica Ceca,

che ha mostrato grande interesse per la nostra acqua-

vite, seguitadall’Ucraina, dallaRussiaedall’Ungheria”.

È insomma nell’export che le aziende italiane posso-

no trovare la chiave più sicura per la crescita. Anche

perché, su questo fronte, le potenzialità sono ancora

tuttedaesplorare. «Secondo l’Indagine congiunturale

condotta da Format per la nostra Associazione – con-

ferma Mazzetti –, soltanto il 26% dei nostri distillati è

venduto all’estero. È quindi evidente che si può fare

molto di più».

E proprio in questa direzione si pone “Hello Grappa”,

progetto promosso da AssoDistil e cofinanziato con

i fondi europei del Regolamento 1144/2014, che ha

preso ufficialmente il via da New York l’11 ottobre con

Imotivi?«Daun lato–osservaMazzetti –, c’è l’incidenza

delle accise sul prezzo al consumo, aumentatedel 30%

tra il 2013 e il 2015. Un’escalaltion che ha prodotto

il solo risultato di contrarre le vendite, senza alcun

beneficio per l’Erario. Dall’altra parte, c’è la crescente

rilevanza degli aspetti salutistici e l’allarme lanciato

dai media sul consumo degli spirits

,

erroneamente

collegati al “binge drinking” e alle morti del sabato

sera. Un’immagine negativa del tutto infondata: da

sempre, infatti, i produttori di grappa e la stessa Asso-

Distil promuovono il bere consapevole, sottolineando

il carattere di distillato da meditazione e di digestivo

da fine pasto assunto dall’acquavite di bandiera. Un

posizionamento confermato peraltro anche dai dati:

il 47% dei consumi di grappa avviene in casa, facendo

del distillato un momento di serena convivialità, ben

lontano dalle logiche dello “sballo” del weekend».

IL VOLÀNO DELL’EXPORT

Note esclusivamente positive provengono invece

dall’export, che costituisce il vero terreno di svilup-

po della grappa. «Le esportazioni – rileva Mazzetti

– vedono un ruolo predominante della Germania, che

UN CONSUMO DIVERSO

A OGNI ETÀ

L’Ocse consegna una fotografia netta: l’Italia è il fanalino di coda

per consumo di bevande alcoliche nei Paesi industrializzati.

Il dato corrisponde però a una sintesi dietro alla quale si celano

tendenze molto diverse. Che non mancano di riflettersi sul mercato

della grappa. Dall’Osservatorio privilegiato di AssoDistil,

Cesare Mazzetti individua in particolare tre tipologie di consumo

legate ad altrettante fasce d’età.

18-25 anni

I giovanissimi fanno un utilizzo di alcolici elevato e in crescita,

soprattutto in relazione al bere miscelato. La grappa presenta

un’incidenza limitata nelle loro abitudini di acquisto.

25-50 anni

Si tratta di un target attento alla salute, contraddistinto da un

approccio etico all’alcol. L’interesse per la grappa è maggiore

rispetto a quello mostrato dai ragazzi. A guidare le loro scelte è la

qualità del prodotto che viene degustato soprattutto fuori casa.

+50 anni

L’abitudine a bere alcolici è più consolidata, quasi una tradizione, di

cui la grappa fa parte a pieno titolo. Nella selezione di quest’ultima,

si nota una tendenza a guardare con maggiore attenzione al prezzo,

piuttosto che ad aspetti qualitativi e di packaging.