– sicuramente innovativa – del gioco sensoriale o delle
carte che consentono agli avventori di scegliere in un
mododiverso.Altri prodotti, invece, si stannovolgendo
con maggiore rapidità agli alberi degli aromi oppure a
schemi che aiutano a scegliere in funzione delle attese.
Infine, come differenziare la proposta del
prodotto in base alla conoscenza che ne ha
il cliente?
La proposta si differenzia attraverso la narrazione.
Quest’ultima deve tenere conto che oggi i clienti de-
siderano essere attivi e non destinatari di un “sermone
erudito” recitato da un gestore. Un’azienda può, per
esempio, illustrare lapropriagammaattraversomappe
che tenganocontodell’unicostrumentoadisposizione
dei propri clienti: il sistema sensoriale. Chiedere se si
desidera una grappamorbida o secca èmolto limitato
(oltre che errato); presentare una gamma in cui ogni
prodotto è posizionato su una scheda in funzione della
percezione (con un asse dedicato alle caratteristiche
gustative/tattili, e l’altro all’aroma prevalente) è molto
più intrigante e soprattutto innovativo. O almeno lo
sarà ancora per un po’ di tempo. Perché c’è già chi
propone un gioco con gli aromi e, in base a quelli
dichiarati dal cliente come
desiderata
, individua la
grappa che si vuole assaggiare. Insomma, con un po’
di buona volontà e a costi veramente ridotti,
lo scenario potrebbe cambiare radicalmente.
possiamodireche lagrappanegli anni Settantahagio-
catosuimonovitigni, negli anniOttantasulleconfezioni
eleganti, negli anni Novanta sull’abbellimentodelledi-
stillerie, nel Duemila sull’invecchiamento. Ovviamente
la segmentazione non è così netta e, soprattutto, gli
elementi citati non sono stati abbandonati al giungere
di quello successivo, bensì il nuovo si è aggiunto all’e-
sistente. Una crescita mirabile sempre accompagna-
ta dalla sensorialità, che ha regalato al consumatore
grappe davvero raffinate. Oggi il settore pare un po’
a corto di idee e soprattutto si presenta più diviso
che mai. Ricerca stranezze – come l’invecchiamento in
giara – che potrebbero anche essere interessanti, se
fossero inserite in un contesto comunicativo armoni-
co ed efficace; da sole invece non sono sufficienti. In
mancanza di narrazione, i clienti si rivolgono ad altre
acqueviti.Quello che sta nascendoè forsequesta con-
sapevolezza: quindi, si spera in un nuovoRinascimento
che porti frutti interessanti.
Quali sono i consigli per proporre la grappa
al bar? E quali invece quelli più efficaci per il
ristorante?
Più volte si è tentato di proporre la grappa nel bere
miscelato, senza mai ottenere risultati degni di nota. Al
ristorante, poi, si continua a considerare vero l’assunto
in base al quale si evita il grappino di fine pasto perché
poi si deve guidare. Raramente si è però tentata la via
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Mixer
/ OTTOBRE 2017
DOSSIER GRAPPA
Netsurfer
Foto: flickr – Carsten Tolkmit