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Mixer

/ OTTOBRE 2017

MIXABILITY

Inchiesta

totalmente soddisfatti del risultato. Noi, con un po’ di fantasia e

di ricerca, con un solo ananas da Carlo e Camilla realizziamo sei

drink, sei guarnizioni e sei preparazioni diverse grazie alla proficua

collaborazione tra cucina e cocktail bar”, ci racconta

Sisti

”.

Decorazioni

Non è tutto: cercate di inventarvi decorazioni d’impatto, ma low

cost. “Per contenere avanzi e spese, per la guarnizione preferite

la frutta essiccata a quella fresca”, commenta la barlady romana

Valentina Serio

, vincitrice della settima edizione italiana di Medi-

terranean Inspirations, che ci regala la ricetta del suo

Hot Carioca

Hawaiian (vedi box)

.

L’ALTERNATIVA:

I FRUTTI ESOTICI A KM ZERO

Detto questo,

Luis Hidalgo e Filippo Sisti

lanciano un’idea: pun-

tare sui prodotti esotici made in Italy per caratterizzare i cocktail.

“Perché dobbiamo limitarci alla frutta tropicale d’importazione?

L’Italia è tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità. Grazie al-

la varietà di condizioni bio-geografiche, geo-morfologiche e

climatiche abbiamo una miriade di frutti esotici a km zero che

potremmo imparare a valorizzare nei nostri drink per renderli

unici e speciali. Pensate, per esempio, alle mini banane rosse

dell’Emilia Romagna o ai fichi d’India del Sud”. Prodotti che, di

fatto, nel Sud Italia già diversi barman hanno iniziato a indagare

da tempo. È il caso del siciliano

Alejandro Giacalone,

bar mana-

ger del Baretto Cocktail Bar di Santa Teresa di Gallura, un locale

con una media di 500 drink a sera per lo più a base di frutta

fresca. “Utilizziamo i frutti esotici – soprattutto mango, papaya,

ananas, passion fruit e guava – per centrifughe, side e salse e

recuperiamo bucce e foglie per le decorazioni. Ma cerco di dare

spazio anche all’italianità e, in particolare, ai prodotti della mia

isola. Il mio primo signature drink a base d’estratto di fichi d’India

siciliani risale a quattro anni fa. Sulla sua scia, quest’anno ho ideato

un nuovo drink a base di rum cubano, fico d’India e passion fruit,

servito in una pala di ficod’India svuotata della polpa e pulita dalle

spine contenente un side di purea di fichi”. Il suggerimen-

to è interessante. E vi promettiamo di tornare a parlarne.

ALEJANDRO GIACALONE DÀ SPAZIO

AI FRUTTI ITALIANI DELLA SUA SICILIA

ANANAS:

le foglie devono essere dritte e verde brillante; la scorza

deve avere un colore dorato uniforme, la consistenza deve essere

elastica al tatto, né troppo dura né con parti molli.

PASSION FRUIT:

il frutto è maturo quando la buccia si presenta

accartocciata, rugosa e dura. Se i frutti della passione o maracuja

al momento dell’acquisto hanno la buccia liscia e coriacea significa

che non sono del tutto maturi e che la loro polpa è piuttosto acida.

Quando sono troppo maturi, la buccia diventa più scura e molle.

PAPAYA:

questo frutto dalla forma oblunga, leggermente a pera, è

maturo quando la buccia diventa giallo-arancione con puntini verdi.

In Italia arrivano papaya ancora acerbe, con la buccia sottile e verde

e il gusto aspro. Per assaporare un frutto dolcissimo e dissetante fate

maturare la papaya in frigorifero se è molto verde o a temperatura

ambiente – al buio – se già tende al giallo, possibilmente vicino a mele

e mango, stando attenti a distanziare i frutti. Anche la consistenza è

un indicatore di maturità: ideale è che sia elastica. Importante è infine

il suo profumo: deve essere dolce. Due consigli: conservate i frutti

distanziati uno dall’altro per evitare muffe e controllate che il punto

dove viene recisa la papaya non sia danneggiato da eventuali funghi

delle piante che potrebbero creare problemi di mal di stomaco.

MANGO:

esistono svariate qualità di mango. Generalizzando, si può dire

che il mango è maturo quando sprigiona un odore dolce e penetrante,

risulta morbido al tatto e presenta sulla scorza macchie brune, rosse o

nere. Se invece emana un odore acido, significa che sta marcendo.

di Luis Hidalgo

Consigli per gli acquisti

Foto: Nicolas Villagra Lopez