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Mixer

/ OTTOBRE 2017

MIXABILITY

Eventi

supera la trentina” osserva

Desmond Payne

, tra

i più esperti conoscitori al mondo dei prodotti

Juniper based, creatore del Beefeater 24 (vedi

box con intervista). Non a caso, per la prima volta,

un’area del Gin Day 2017 è stata deputata ai pro-

duttorinostrani,perlopiùaziendedimedio-piccole

dimensioni che puntano su creatività, studio e territorialità

per creare gin di carattere e forte identità. Aromatici e non.

LE NOVITÀ MADE IN ITALY

Prendiamo, per esempio, l’

Amalfi Gin

ideato dal team del

MasanielloArtCafè

diAmalfi ecaratterizzatodallenoteagru-

mate dei limoni locali e dai sentori aromatizzati del finocchio

di mare. “Ideale per proporre un freschissimo Gin Tonic con

una buccia di limone, è indicato soprattutto per realizzare un

sorprendente twist del Moscow Mule. Per

enfatizzarlo, inseritenel bicchiereun rametto

dirosmarino”,ciraccomanda

NicolaSavo

,tra

gli ideatori di Amalfi Gin. Che poi aggiunge:

“L’

Amalfi Gin,

come tutti i gin con un forte

sentoredilimone,èalcontrariounpo’spreca-

to nei Sour e nei Julep perché viene coperto

dagli altri sapori”.

Interessante poi il

Fred Jerbis

del barman,

erborista e ricercatore

Federico Cremasco

creato con 43 botaniche tra cui timo, lavan-

da, menta, anice, maggiorana e zafferano.

“Pensatoper essereconsumato liscio, regala

al Gin Tonic un carattere unico, soprattutto

se presentato con un ramoscello di timo”, spiega Cremasco.

Tra lenovitàpresentate,manonan-

cora in commercio sul mercato, c’è

il

Crocodile Gin

firmato dallo staff

del

Jerry Thomas

edalla

Distilleria

Quaglia

(in arrivo a breve), prepa-

rato con solo sei botaniche: ovvero

ginepro, sambuco, zedoaria (untipo

dicurcumaoriginariadell’India),car-

damomo, limone, carruba, un tocco

di vaniglia e di alspice. Sarà un old

tom style gin, con una gradazione

di 45 gradi. Bisognerà attendere l’inizio del 2018 per poter

acquistare il

GinMaker Box

realizzatocon lacollaborazionedi

Fulvio Piccinino, un kit con un classico London Dry Gin da per-

sonalizzarecondegli aromatizzanti raggruppatiper tipologiae

provenienza. “In questo modo si moltiplicano le possibilità di

crearegindiversi. Èun’opportunitàper il clienteper studiaree

giocarecon il gineun’occasioneper il barmandi avere24 tipo-

logiedifferenti di ginconunabottigliasola”,osservaPiccinino.

LE NOVITÀ INTERNAZIONALI

Graziea

Compagniadei Caraibi

sulmercato italianoarrivano

i nuovi gin

Apostoles

(che incorpora botanici argentini come

yerba mate, pompelmo rosa, menta piperita e eucalipto),

Heimt

(con acqua di mare delle ostriche che garantisce un

tocco di salsedine) e

Half Hitc

(realizzato con una base di

gin mescolato con la tintura di tè nero, il pepe, il fieno e

il bergamotto). Dall’esperienza Gordon’s, ecco poi il

Gor-

don’s PremiumPinkGin

, aromatizzato con lampone, fragola

e ribes per un Gin Tonic fruttato

e deciso. Tra le etichette di gin

già cult all’estero, ora distribuite

per la prima volta in Italia, c’è il

Bols Genever 21

, lo genever del

ventunesimo secolo, morbido al

palato. Natodalla collaborazione

tra il master distiller della Lucas

Bols e Casper Reinders, proprie-

tario di diversi celebri locali ad

Amsterdam (come il Lion Noir e

il Rose’s Cantina) è distri-

buito in Italia da

Gancia

.

3 DOMANDE

A DESMOND PAYNE,

ESPERTO DI PRODOTTI

JUNIPER BASED E MASTER

DISTILLER BEEFEATER

Che cosa pensa del boom del gin made in Italy?

Sono entusiasta. L’Italia è un Paese decisamente

fortunato per quanto riguarda la varietà e la qualità di

botaniche autoctone. Questa ricchezza vi permette di

creare gin dalle note inedite, legati alla territorialità.

Un suggerimento per diffondere il gin italiano nel mondo?

Ricordarsi che il sapore del ginepro si deve sempre riconoscere.

Sono favorevole alla sperimentazione e trovo interessante il trend

dei gin aromatizzati, ma non bisogna esagerare.

Parliamo di food pairing con il gin…

Diciamolo subito: è una sfida eccitante, ma difficile. Per riuscire

a diffondere l’abbinamento tra cibo e drink a base di gin è

necessaria una virtuosa collaborazione tra chef e barman. Il mio

suggerimento è quello di giocare sull’assonanza dei sapori e di

creare un legame tra i piatti proposti e i cocktail utilizzando in

cucina le botaniche principali di questo distillato, ovvero ginepro,

coriandolo, agrumi e angelica. Detto questo, è importante prestare

attenzione alla gradazione alcolica: meglio offrire small drink con

un tasso alcolico non troppo elevato.

FEDERICO

CREMASCO,

FRED JERBIS

IL GIN

MAKER BOX

DI FULVIO

PICCININO

L’AMALFI GIN IDEATO

DAL TEAM DEL

MASANIELLO ART CAFÈ

DESMOND PAYNE