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I PIATTI IN FOTO

SONO PREPARATI

DALLO CHEF

DANIELE CURZIETTI

88

Mixer

/ OTTOBRE 2017

LA PROFESSIONE

Prodotti

D

a re della tavola chic e blasonata da proporre in

pochi piatti in ristoranti stellati o votati per terri-

torio, a eccellenza made in Italy spendibile a tutto

tondo, dall’antipasto al dessert, dal finger food

all’apericena, cui vuole dare quel tocco in più: è questa l’e-

voluzione che sta vivendo sua maestà il tartufo. Che scende

tra il popolo e si democratizza, anche grazie al fatto che di

tartufi ne esistono più tipologie (vedi box) meno pregiate

ma più versatili rispetto al blasonatissimo bianco.

Complice della “new wave” di questo tubero un po’ miste-

rioso, difficileda trovareperchégelosamentecustoditodalla

terra e capace, nelle varietà più pregiata, di raggiungere la

cifre di 450 euro l’etto (quotazione 2016 del bianco d’Alba)

è probabilmente la voglia di mangiare bene che dilaga, l’af-

fermasi del fenomeno foodie, il ciboormai visto come nuovo

lusso cui dedicare sempre più tempo, denaro e passione.

Tanti gli chef che hanno iniziato a sperimentarlo in nuovi

accostamenti, come

Andrea Aprea

del ParkHyatt di Milano

che abbina il tartufo nero alla carne ma anche al pesce e

Cristian Avenanti

, del Grand Hotel Entourage di Gorizia,

che lo propone con l’aragosta.

TARTUFO,

il re diventa democratico

VERSATILE E DISPONIBILE FRESCO NELLE VARIE TIPOLOGIE TUTTO L’ANNO, IL TUBERO

PIÙ PREZIOSO RIESCE A PASSARE DALLE TAVOLE STELLATE ALLE PIZZERIE, SENZA PERDERE

IL SUO APPEAL. MA OCCORRE RICONOSCERLO E SAPERE COME USARLO

di Anna Muzio

DAL PIEMONTE

ALLA SICILIA, A CACCIA

DEL TARTUFO

Un mito da sfatare è che il tartufo si trova solo ad

Alba (il bianco) o a Norcia (il nero): in realtà l’habitat

di questo tubero (le foreste di querce, ma anche

salici, noccioli e lecci) è spesso presente in tutta

Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Quel che cambia è la

tradizione, perché per trovarlo servono due elementi

fondamentali: i “cavatori”, spesso persone della

zona che vanno “a caccia” per hobby o per lavoro,

e naturalmente i cani da tartufo opportunamente

addestrati. Senza, i funghi del genere

Tuber Micheli

,

completamente interrati, non si riesco a trovare.

Anzi, lo scopo “evolutivo” del forte odore avrebbe

lo scopo di attirare alcuni animali dall’odorato fino

(cani, maiali, cinghiali) perché trovino il tartufo

e lo portino alla luce, permettendo alle spore di

diffondersi. E alla specie di perpetrarsi.