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Mixer

/ OTTOBRE 2017

Il Sommelier

IL NÉCESSAIRE DEL VINO PRIMA AVEVA SOLO POCHI

STRUMENTI. ALCUNI OGGI HANNO CAMBIATO FORMA

MA NON FUNZIONE. SULLA SCENA DEL BRINDISI

TUTTAVIA SI AFFACCIANO ACCESSORI, A DIR POCO, DA FAVOLA

Romagnolo verace,

Luca Gardini

inizia giovanissimo la sua

carriera, divenendo Sommelier

Professionista nel 2003 a soli 22

anni, per poi essere incoronato,

già l’anno successivo, miglior

Sommelier d’Italia e – nel 2010 –

Miglior Sommelier del mondo.

C’

erano una volta il cavatappi, il bicchiere e la bot-

tiglia.Nel tempo lefavolesonocambiate. Si sono

arricchite di personaggi più o meno necessari

e anche gli stessi protagonisti hanno mutato in

qualche modo la loro forma. Il cavatappi già da tempo aveva

assuntodiversesilhouette: avveniristicoeaprovadi esordien-

te, a gambero, a due bracci, con solo il verme e un manico,

anche se poi, specie in presenza di bottiglie datate – e non

mi riferisco solo al millesimo impresso in etichetta – è meglio

la pinza che non fora il tappo, ma lo ‘abbraccia’ e al tempo

stesso lo rimuove. Da alcuni anni sono nati strumenti che il

tappo non lo rimuovono affatto, permettendoci ugualmente

di versare il vino. Le forme sono diverse e così le marche che

producono questi accessori.

DEDICATO AI DEGUSTATORI SERIALI

Il più famoso di essi è il Coravin. Si tratta di una base impu-

gnabile che termina con un ago. La punta trapassa la capsu-

la, fora il sughero, permettendo al vino di uscire. Una volta

versato il quantitativo desiderato, il Coravin inietta argon,

un gas inerte, all’interno della bottiglia, facendo sì che sia

il gas e non l’ossigeno a colmare il vuoto lasciato dal vino.

Una volta estratto l’ago il sughero lentamente torna nella sua

sede originaria. Questo dispositivo permette di assaggiare,

anche a distanza del primo prelievo, la stessa bottiglia più

e più volte. Una libidine per degustatori seriali che voglia-

no consumare bottiglie prestigiose non tutte in una volta

oppure decidano di valutare il progredire nel tempo di una

determinataetichetta, testandonegli eventuali cambiamenti

di gusto ad intervalli regolari. Nonostante la genialata riman-

gono alcune perplessità. Il Coravin o sue similitudini non si

di Luca Gardini

Accessori di-vini

LA PROFESSIONE

possono utilizzare in presenza di vini con bolle o con tappo

stelvin e, rimanendo in ambito di chiusure, non so se questi

strumenti si dimostrino efficaci in presenza di sugheri vecchi,

che magari abbiano la tendenza a sbriciolarsi.

BICCHIERI, DECANTER & CO.

Passandopoi al cristallo, si apreunmondodi variabili. Soffiato

a mano, a macchina, con più o meno piombo, il bicchiere è

lo strumento più adatto al bevitore quanto al degustatore,

essendo al tempo stesso dotato di forme, e gradi di pratici-

tà, differenti. Parlando di decanter, ovvero quel flacone che

permette ai vini non proprio minorenni di aprirsi e riprendere

fiato dopo anni di apnea dovuta al tappo, le forme sono

anche in questo caso numerosissime. Ultimo nato in questa

categoria è Eto. Si tratta di una forma semplice, ricordamolto

la classica silhouette di una bottiglia bordolese, ideata da un

designer inglese partendo da un crowdfunding.

La raccolta fondi in pochi giorni ha raggiunto quota 90.000

sterline, facendosì cheEtopossa finalmenteessereprodotto(il

prezzoal pubblicodovrebbeaggirarsi sui 100euro). Personal-

mentenonnehoancora testato i benefici di questostrumento

che, se reali, sono a dir poco stupefacenti. Lo spunto da cui

prende vita Eto, è quello di conservare un vino evitando che

vada sprecato, se sottoposto a prolungata ossidazione. Non

solograndi eblasonatebottiglienell’avveniredi Eto,maanche

vini quotidiani, visto che l’idea parte proprio dalla spreco che

si registra in Gran Bretagna rispetto al vino gettato perché

‘aperto’ da troppo tempo.

Come funziona? Il vinoche rimaneall’internodi questodecan-

ter viene come schiacciato, premendo il collo del contenitore,

da una specie di pressa, che aderisce alle pareti del vetro,

evitando così il contatto tra liquido e ossigeno.

Tutto questo, per altro confermato dalle parole e dal test

di Tom Harrow, wine director del negozio londinese Ho-

nest Grapes, garantirebbe una tenuta del vino, addirittura

per diverse settimane. Una specie di magia o, se volete,

di geniale semplicità, specie se ottenuta senza l’utilizzo di

gas o di altri inibitori dell’ossigeno, in grado di aggiunge-

re un nuovo protagonista ai già numerosi acces-

sori, da favola, che caratterizzano i brindisi d’oggi.