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MARZO 2018 /

Mixer

57

N

egli ultimi anni i dati sui consumi di carne

(soprattuttoquellarossa)sonostatialquanto

altalenanti, dibattuti tra le spese delle fa-

miglie che a causa della crisi hanno dovuto

ridurre i costi e le differenti opinioni in fatto di salute

che hannomesso la carne su una gogna a volte troppo

severa. A questi due fattori se ne lega un terzo detta-

to da una scelta etica che propone un’alimentazione

sempre più vegana e vegetariana.

Ebbene, nell’arco di circa un lustro, molto di quanto

appenadettohagiàpresoun’altrapiega. I dati ISMEA,

resi pubblici all’inizio del 2018, hanno registrato un

incremento degli acquisti di settore, sottolineando

che soprattutto nel 2017 gli italiani hanno ripreso ad

acquistare carne (bovinae suina) andandocosì a incen-

tivarequelloche, dasempre, èstatoriconosciutocome

una “felicità alimentare”, ossia un bel piatto di carne.

Abbandonando per un attimo una delle immagini più

diffuse a modello di buona tavola come la classica

fiorentina o la tagliata, i consumi di carne registrano

balzi a due cifre quando si parla di hamburger. Già, il

medaglione di trito bovino sembrerebbe essere tra i

trascinatori di questo incremento e, sempre seguen-

do le stime, è destinato ad avere un ampio margine

di fortuna. Merito di un mix di fattori che non fanno

altro che rafforzare l’intera fascia di mercato che parte

– ed è sempre più il caso di dirlo – dall’allevamento

degli animali, sino alla messa nel piatto (o nel panino)

dell’hamburger.

QUESTIONE DI STILI…

Rispettoal 2016 i consumi alimentari dell’anno succes-

sivo confermano un + 3,2%, mettendosi al secondo

posto nella voce spesa. Ed è proprio all’interno di

questa positività che le famiglie italiane dichiarano

di investire in media circa 60 euro al mese per un

pranzo o una cena golosa in uno dei tanti fast food

nei quali, inevitabilmente, regna indiscusso l’ham-

burger. Si tratta di una vera e propria questione di

stile di “vita” e di “acquisto” in cui importanti trend

sociali influenzano le scelte alimentari che si fanno

fuori casa, tra locali, ristoranti ebar che, a prescindere

dalle grandi catene mondiali come Burger King e

McDonald’s, stanno puntando sull’hamburger e sulla

qualità della materia prima.

ECCO I TREND CHE PIÙ DI TUTTI

STANNO CARATTERIZZANDO LA SCELTA

DI UNA PAUSA A BASE DI HAMBURGER

Emozione/allegria:

tra i giovani e giovanissimi, la

moda di condividere un panino con hamburger re-

sta tra le più diffuse. La pausa diventa un momento

curioso e da provare, un piacere da vivere seduti

a tavolino di un locale o di un bistrot per provare

anche gratificazione.

Benessere:

sempre di più i controlli sugli allevamen-

ti degli animali e sui sistemi di produzione danno

garanzia e sicurezze. Tutto avviene in maniera tra-

sparente e sotto il controllo di organi specifici in

La consistenza invitante della carnema-

cinata e quel sapore inimitabile, magari

affiancato a bacon, formaggio, patatine

fritte o a un ventaglio di salse, dalle tra-

dizionali alle più speziate. Ma come ci si

comportaquando, una fetta semprepiù

ampia del marcato, chiede hamburger

senza macellare nemmeno un animale?

Moltelestartupchedaannilavoranoper

cercare una valida soluzione, tutte con-

centrate su ingredienti vegetali abbinati

tra loro. È così che Mosa Meat nei Paesi

Bassi e l’israeliana Super Meat stanno

invece cercando di produrre carne col-

tivata in laboratorio: in pratica le carni e

i muscoli crescono in bireattori, le fibre

vengono raccolte e poi trasformate in

polpette.Questaricercaèvoltaanchead

abbattere inmodosensibile leemissioni

di CO

2

e il consumo di acqua molto alto

negli allevamenti.

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