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Mixer

/ MARZO 2018

RISTORAZIONE

Tendenze

anche i tempi di cottura. Se ci si appresta a consumare

un prodotto confezionato è fondamentale leggere

l’etichetta o domandare se, all’interno, sono conte-

nute tracce o percentuali di altri alimenti, solitamente

lattosio, glutine o addensanti, questoper non correre

il rischio di incappare in problemi legati ad allergie

e intolleranze.

“L’attenzione maggiore dovrebbe essere rivolta

all’hamburger fresco o surgelato – dichiara il nutri-

zionistaCorradoPierantoni – Inquesti ultimi spesso si

trova scritto che sono a base di carne bovina o suina,

ma non viene mai specificato il pezzo usato; l’ideale

sarebbe avere la possibilità di scegliere il taglio di

carnepiù indicatoper poi

farlomacinare.Di

certonelle

grandi catenequestoprocessoè impossibilema sem-

pre più si trovano locali o hamburgerie che puntano

all’eccellenzadellamateriaprima conuna reteattivadi

fornitori. Aquestodiscorsova aggiuntoche la carne, a

prescinderedalle scelteeticheodallo stiledi vita, è ric-

cadi proteineecontiene tutti gli aminoacidi essenziali.

Di conseguenza l’ideale sarebbe poterla man-

giare almeno un paio di volte alla settimana”.

grado di assicurare al consumatore finale un pasto

sano. Ecco perché anche ai piccoli e medi fornitori

viene data sempre di più la possibilità di affrontare

un mercato che abbraccia diversi segmenti della

voce “ristorazione”.

Tendenza e gusto:

l’hamburger resta uno dei simboli

di “libertà culinaria” per eccellenza. Un cibo che può

dare soddisfazione siagustandoloper strada inmodo

veloce e dinamico, sia comodamente seduti.

LA NUOVA FACCIA DEL CONSUMATORE

Dati ecifreaparte, ilmondodell’hamburger hasempre

un grande fascino e se i grossi fast food parlano e

lanciano l’hamburger gourmet, l’obiettivo principale

per offrire una carne di alta qualità anche ai locali

e ristoranti di medie e piccole dimensioni è quello

di rafforzare la sinergia tra sistema di allevamento,

filiera delle carni e consumatore finale. Un triangolo

fondamentale volto sempre di più a garantire una

materia prima “senza controindicazioni” e nel pieno

rispetto di un altro elemento quanto mai attuale: la

sostenibilità animale e ambientale. Solo attraverso

un iter di questo tipo si potrà parlare di coesione tra

produttore, macellatore, fornitore e consumatore.

Di quest’ultimo è indispensabile sottolineare quanto

stiano cambiando i gusti e le richieste, sempre più

rivolti a un benessere generale che parte dall’animale

stesso per poi finire nella tracciabilità della carne e

nell’elevata qualità. Il cliente resta il fulcro e l’ham-

burger che mangerà sarà la sintesi di un processo

molto più ampio che inizia da modelli sostenibili in

agricoltura, sinoalla necessitàdi gustare tagli di carne

valorizzati al meglio.

COME SI RICONOSCE

UN BUON HAMBURGER?

Quandoprende la vogliadimangiareunhamburger, ci

sono alcuni dettagli utili da sapere. In primis la carne

non deve essere magra al 100%; per addentare un

hamburger gustoso sarà indispensabile che contenga

circa un 30% di grasso: farà in modo che in cottura

resti morbido e regali un sapore appetitoso. Bisogna

inoltre fare distinzione tra un hamburger a base di

carne di vitello o di bovino adulto, più chiara e ricca

di acqua la prima, di colore più scuro la seconda; le

due tipologie andranno a modificare inevitabilmente

Un 30%

di grasso:

farà in modo che

l'hamburger

resti morbido

e appetitoso