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MIXABILITY Bartender 72 Mixer / SETTEMBRE 2018 Come dicevi prima, Ada C. non è il solito locale, anche perché racchiude una doppia anima: si beve bene ma si ha anche l’opportunità di imparare e confrontarsi. Come già detto, Ada C. nasce come progetto correlato alla scuola PlanetOnedi Padova edè un’estensionedella forma- zione. Le nostre drink list sono in realtà delle dispense che i nostri ospiti possono portare a casa con nozioni tecniche o curiosità sui drink, le categorie e tanto altro. Penso che il progetto legato al secret bar possa fare da volano per tutte le attività che l’azienda offre, in primis la formazione. Da formatore e professionista, quale la tua opinione sulle “risorse Italia” nel panorama internazionale della mixology? Prendendo in prestito concetti calcistici, direi che abbiamo un ottimo settore giovanile seguito da ottimi allenatori. Quindi il futuro del beverage italiano lo vedo in buonemani. Aspettative e progetti futuri? Sono a lavoro con il mio team per la realizzazione di un app dedicata ad Ada C. che possa essere fonte insaziabile di novità. Porteremo avanti con sempre maggiore attenzione anche tutti gli altri rami dell’azienda: i cocktail catering in cui por- tiamo il mood di Ada C., le feste private e aziendali, le consulenze per i locali e per le start up, i corsi di forma- zione e sicuramente la creazione di sinergie nel territorio. Ovviamente, c’è la speranza di poter diventare un punto di riferimento del bere bene nel nostro territorio riconosciu- to dagli addetti al settore, dai neofiti e dagli appassionati e chissà se un giorno ci conosceranno e apprezze- ranno anche su scale più grandi... sarebbe bello! Se invece pensiamo al presente: quale il drink da provare? Il presente è minimalismo senza eccessi, un twist on classic. Bisogna soprattutto capire chi si ha davanti, cioè il target dei clienti, e proporgli un classico in versione più moderna. A esempio un old fashioned con l’aggiunta di uno spoon di liquore all’albicocca con un dash di bitter al caffè, senza tanti concetti troppo fine a se stessi e confusi. Max: cliente ideale vs cliente reale che al bancone ordina… Ognuno ha i clienti che si merita diceva qualcuno, e sono d’accordo. Il cliente ideale non ti dice fai tu, aprendo uno scenario apocalittico nella testa del bartender, ti chiede qualcosa direttamente dalla tua drink list o ti dice cosa beve di solito, facilitandoti il servizio. Un cliente reale diventa ideale quando è ospite nella tua bottega, un cliente che ha un’idea di miscelazione banale, una volta contestualizzato nel tuo bar, si affida perché è assorbito dai mille input che genera la location. GOLDEN AGE 4 cl R74 White 1 cl Ks Vermouth 1 tea spoon Alpler 1 Rosso d’uovo 25 g Mascarpone ai lamponi TOP Soda Tecnica: Shake Decorazione: Meringa bruciata Bicchiere: Collins FINE OAK-AGED DRINK 900 ml Camus Vs Cognac 50 ml gum Syrup 50 ml Estregone 1 Bar spoon bitter al cioccolato Servire in bicchiere Old Fashion
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