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76 Mixer / SETTEMBRE 2018 Il Sommelier IN ITALIA ESISTONO TERRITORI ANCORA TROPPO POCO CONOSCIUTI, BENCHÉ SIANO VERE E PROPRIE CERTEZZE DELLA NOSTRA VITICOLTURA. UNO DI QUESTI È BREGANZE. UN LUOGO UNICO, SOTTO DIVERSI PUNTI DI VISTA Romagnolo verace, Luca Gardini inizia giovanissimo la sua carriera, divenendo Sommelier Professionista nel 2003 a soli 22 anni, per poi essere incoronato, già l’anno successivo, miglior Sommelier d’Italia e – nel 2010 – Miglior Sommelier del mondo. B reganze, un punto sulla cartina. Su quella dell’Italia, per vederlo, bisogna guardare in alto, a destra, in Veneto, poco sotto l’altopiano di Asiago. Due fiumi, il Brenta e l’Astico, a ravvivare un paesaggio caratterizzato da verde, vigne e dolci colline. Il punto qui non è tuttavia il paesaggio – comunque bello – ma le sue potenzialità. Roba vera, senza punti di domanda, ma con tanti punti esclamativi. Unodi questi è legatoallaproduzione di un vino dolce: il Torcolato. Nome strano diranno alcuni, ma che in realtà ha a che vedere con una pratica specifica che, per altro, rappresenta il punto di partenza della pro- duzione di questo vino: il torcere i grappoli tra loro, prima di metterli ad appassire in fruttaio. Il vitigno? Vespaiola, nome che potrebbe interessare un entomologo oppure Cesare Cremonini che, magari, ci percorrerebbe i saliscendi dei colli di Bologna. Al di là delle origini del nome il punto forte di quest’uva è il gusto, comunque agile, nonostante l’appassimento, per quel suo saper mescolare morbidezze e dolcezze, acidità e salinità. Quest’equilibrio gustativo, per nulla precario, ha permesso al Torcolato di avere un posto fisso non solo nel panorama dei vini dolci italiani, ma, di fatto, anche tra quelli prodotti in Europa. NON SOLO TORCOLATO Breganze tuttavianonèun’area legatasoloal Torcolato, come dimostrano gli altri vini, bianchi e rossi, che compongono la Doc Breganze. Tra i rossi, al di là del Marzemino ereditato dal vicino Trentino, diversi vitigni internazionali: Pinot Nero, Cabernet, da intendersi nel senso più ampio del termine, e Merlot. Vitigni di mondo, perché piantati praticamente di Luca Gardini LA PROFESSIONE ovunque, ma che qui sembrano essere a cosa propria. Merito dellasingolaritàdelmicrocosmodi Breganze.Unicitàdel clima certo, qui temperato sia dalla presenza di fiumi sia da quella delle prime colline dell’Altopianodi Asiago, utili a proteggere i vigneti dai venti freddi del nord. LA RICCHEZZA DEL SUOLO Tuttavia il punto di forza di quest’area sono i terreni. Un punto a favore per i vini di queste parti, che godonodi un pavimento geologico vario, ma a sua volta ben definito. Suoli ricchi, per certi versi grassi, in prossimità dei fiumi, in grado quindi di dare origine a vini generosi, ma anche terreni calcarei che permettono alle etichette che da essi derivano il poter vantare sorsi in grado di superare, senza sforzi, la prova costume del gusto a suon di snellezza di beva e facilità di abbinamento. Il catalogo non è completo senza i terreni, piuttosto diffusi a Breganze, di origine vulcanica. CHIAMIAMOLA SAPIDITÀ Se una delle mode più recenti del vino è quella di bagnarsi la bocca con la parola mineralità -personalmente preferisco la semplicità e l’intuitività della parola sapidità- i terreni ottenuti dalla sedimentazione di eruzioni vulcaniche, magari svolte in differenti epoche, sono, probabilmente, quelli che possono maggiormente incidere sotto questo aspetto sui vini che da essi derivano. Una sapidità a volte nitida, altre più sottile, che completa e, a suo modo caratterizza, i vini rossi, compresi quelli a base Cabernet e Merlot. Vini che perciò a Breganze sannomostrare tipicità varietale e aderenza territoriale. Il me- rito di questa espressività unica va condiviso con i produttori della Doc (Az. Agr. Basta, Cà Biasi, Diesel Farm, Io Mazzuc- cato, Le Vigne di Roberto, Firmino Miotti, Vignaioli Contrà Soarda, Villa Angarano, Eredi Vitacchio Guerrino, Giuseppe Bonollo, CantinaBeatoBartolomeodaBreganze, Col Dovigo, La Costa, Maculan, Transit Farm, Vigneto Due Santi e Villa Magna). Singoli vigneron o cantine cooperative che hanno capito che per spuntarla, oggi, nel mondo del vino, servono punti di vista differenti – parlo di stili – ma anche i punti fermi (da intendersi come unicità di territorio). Punto. Punti di vista e punti fermi
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