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U n futuro sostenibile passa dal connubio tra tec- nologia e natura. Oquantomeno così la pensano a Rotterdam, Olanda. Una città che il futuro è abituata a guardarlo dritto negli occhi, senza ripensamenti. Come si vede dal centro, ricostruito dal nulla dopo essere stato distrutto durante la seconda guerra mondiale su basi totalmente nuove. Fatte di grattacieli in vetro e acciaio, che fanno somigliare questo posto nel cuore ricco d’Europa a una piccola New York, con strade più ampie però, per fare respirare la gente. Perché qui il fattore umano conta. L’uomo al centro, la natura hi-tech, la tecnologia al servizio dell’individuo che non ne diventi schiavo, sono tra i temi, o utopie, che si stanno dibattendo al momento. Ma a Rotterdam la discussione non impedisce di passare ai fatti. E noi siamo andati a scoprire in che modo. NATURA OVUNQUE La natura conquista la città di vetro e acciaio, in tutti i suoi spazi.Oltre ai parchi, alle aiuole lungo i canali e agli spazi pub- blici e privati, sta occupando anche i tetti e il fiume, il Nieuwe Maas, che ospita il porto più grande e moderno d’Europa, con navi da crociera e container in arrivo da tutto il mondo. I rooftops (i locali sui tetti, vedi box sotto) più noti sono il ruspante (ma si mangia benissimo) Op het Dak e il più chic Suicide Club , ma i tetti attrezzati sono ormai un landmark della città. Ogni estate durante i Rotterdamse Dakendagen cene del ramadan, concerti, proiezioni cinematografiche e mostred’artevengonoorganizzateproprio in cima ai palazzi. Un luogo di incontro sociale è il Dakpark : costruito sopra un centro commerciale a Rotterdam Ovest e distribuito lungo 1.200metri, è il piùgrandegiardinopensileurbanod’Europa. Tra i volontari che lo gestiscono le Sheep Ladies tengono i prati bassi facendovi pascolare le loro pecore. Una fattoria urbana vera e propria è invece Uit Je Eigen Stad . Qui si coltivano frutta e verdura (l’Uit rifornisce anche molti ristoranti del centro) con l’obiettivo di “connettere gli abitanti delle città con il cibo che finisce nei loro piatti ogni giorno”. I polli scorazzano liberi nell’aia, nei campi o nelle serre si coltivano vari tipi di funghi. Il ristoran- te propone piatti semplici e sani e si organizzano corsi di permacultura, un modello agricolo basato su colture pluriennali con bassi consumi di energia fossile e ridotto utilizzo di mano d’opera. PROVE DI FUTURO: 6 IDEE DA ROTTERDAM Rooftops! La logica del “centimetro zero” si esprime al meglio nei tetti attrezzati, la grande tendenza di Rotterdam (e non solo). In mezzo ai grattacieli si pasteggia in un orto tra campi di lattuga e patate, fiori di campo, erbe aromatiche e alberi da frutto (un fico troneggia in mezzo al Op het Dak , “sul tetto” in olandese): magie del riscaldamento globale. Raccolti al momento, erbe, ortaggi e fiori vengono usati negli infusi, nelle insalate e come contorno a un robusto arrosto. Senza estremismi, perché qui la parola d’ordine è: inclusione. Fast food vegano Perché mai il cibo vegano deve essere triste e, soprattutto, caro? Se l’è chiesto lo chef Pepijn Schmeink, che ha trovato la soluzione: Jack Bean è un fast food vegetariano o “plant based fast cuisine”, in centro città, con la struttura di un fast food, self service e foto e scritte sopra il bancone, prezzi popolari (un hamburger vegetariano costa 6,50 euro) e un’offerta fatta di bowl, sandwich, dolci e tè, infusi e succhi. UIT JE EIGEN STAD , FATTORIA URBANA SETTEMBRE 2018 / Mixer 7 JACK BEAN , FAST FOOD VEGETARIANO A PREZZI POPOLARI

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