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12 Mixer / OTTOBRE 2018 DOSSIER Grappa I l 2018 sarà l’anno della svolta per i grappaioli italiani. È questa la tesi sostenuta nel summit organizzato pochi mesi fa a Visnà di Vazzola, nella sede della distilleria di Roberto Castagner, a margine di un incontro sul filone “La Grappa ricerca il suo futuro”. Seduti attorno allo stesso ta- volo c’erano le distillerie Castagner, Bertagnolli, Bonollo, Branca, Casoni, Franciacorta, Marzadro, Nardini, Segnana, Stock Italia e Zanin. Assieme, rappresentano il 70% del mercato della Grappa. Un mercato che registra da qualche anno un calo di consumo in termini assoluti: nel 1974 era di 39 milioni di litri, nel 1999 erano 21 milioni, poi saliti a 30 nel 2008 e quindi scesi ad oggi a 23 (da- ti Iri). I numeri tuttavia mostrano una crescita dei prodotti premium, e anche un sempre maggior inte- resse per questa acquavite da parte di quella fascia di consumatori colti e benestanti che amano solo i prodotti di alta qualità e di tendenza. Da queste analisi, le prospettive per il futuro vengono tracciate dal moderatore dell’incontro Ottavio Cagiano de Azevedo, direttore di Federvini, che abbiamo voluto incontrare per fare il punto sullo stato di salute di questo distillato simbolo del Made in Italy. Nell’incontro di Vazzola si è parlato del 2018 come anno di svolta per i grappaioli italiani. Perché? La distillazione in Italia ha secoli di tradizione alle spalle, ma i maggiori cambiamenti nel settore sono legati, senza voler dispiacerealtri protagonisti, aparti- OTTAVIO CAGIANO DE AZEVEDO Quale futuro per i distillatori italiani? INVECCHIAMENTO, MISCELAZIONE E COMUNICAZIONE. SONO QUESTE LE TRE LEVE CHE POSSONO FAR NUOVAMENTE DECOLLARE IL SEGMENTO DELLA GRAPPA

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