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OTTOBRE 2018 / Mixer 33 borderline, un senso di abbandono... Il glamour è altrove. Si dice che in Europa i conti non vadano poi così bene. In Australia, patria dello specialty, dieci anni fa la catena se ne è dovuta andare, per poi tornare con una proposta di mag- giore qualità. L’Italia dunque non è solo un nuovo mercato, ma una piattaforma per rifarsi il look. La prova? Il lancio del “Cordusio”, una sorta di marocchino presentato in mezzo mondo come il “sapore di Milano”. SPUNTI DI RIFLESSIONE Se Starbucks vuole aggiustare il tiro, siamo sicuri che il bar italiano medio sia così esente da difetti? Ecco alcuni spunti sui quali la nuova Reserve Roastery può insegnare, o quanto meno fare riflettere, i locali di casa nostra. GENTILEZZA E COMPETENZA A nostro avviso la sorpresa più gradita del nuovo locale è la gentilezzae lacompetenzadelpersonale.Giovane, sorridente edevidentementeben formato.Chiedonocomeva, se il caffè è piaciuto, se serve ancora qualcosa, senza essere assillanti. Sono pronti a spiegare la differenza tra un monorigine dal Kenya e uno dal Brasile. E quale è l’estrazione che ne esalta al meglio le caratteristiche. Alzi la mano chi sa fare lo stesso. ESPERIENZA E QUALITÀ IN VENDITA La tostatrice che troneggia al centro dell’open space emana un delizioso aroma di caffè. Come le torrefazioni d’antan, ce ne sono ancora, dove si comprava il caffè in chicchi. Per poi macinarli a casa. Come qui. Sempre più gente capisce che il caffè va bevuto fresco, entro uno-due mesi dalla tostatura, pochi giorni dall’apertura del pacco. Ce lo ricordiamo anche al bar? Perché se no, meglio farselo a casa. PREZZO: È ORA DI SBLOCCARE? Lo diciamo da tempo che il prezzo della tazzina fisso a un euro – con buona pace del Codacons – è un anacronismo, specie se indistinto e slegato dalla qualità della materia prima. Con certe eccellenze proprio non ci sta, senza considerare i costi fissi. Certo qui ci van giù pesante: espresso a 1,80, cappuc- cino a 4,50 euro. Ma a maggior ragione, potrebbe essere un volanoper sbloccare laquestionedel prezzo, standoattenti ad evitare alcuni “eccessi”. TECNOLOGIA INDISPENSABILE Fioreall’occhiellodella compagniaame- ricana fin dagli esordi o quasi. Il wi-fi, te- stato, è perfetto. Ovviamente gratuito. Per i giovani e i turisti, un must. Qui si può lavorare tutto il giorno comprando un solo caffè. Poi c’è la realtà aumentata via app: ancora poco usata ma chissà, potrebbe essere la Next Big Thing. EPILOGO: VERA SFIDA L’ARRIVO DI QUELLI “VERI” Schultz ha confermato l’apertura entro fine anno di Star- bucks tradizionali a Milano con il partner Percassi. Locali molto più piccoli senza bancone (se seguiranno il format “standard”) e conunmenumeno caffè-centrico conbicchie- roni di bevande: frappuccini limited edition (di tutti i gusti e colori, dall’unicorno alla zucca), tè matcha, caffè speziati, beveroni freddi e caldi, “latte” e via andare. Quelle cose, insomma, adatte a chi ama poco la “tazzina”. I locali di questo tipo potrebbero arrivare a 300 in Italia entro il 2023. Dunque è questo il terreno su cui si giocherà la ve- ra partita per il bar nostrano. Che ai giovani pensa po- co, e probabilmente sbaglia. Perché sono proprio loro i consumatori di domani, ma pure di oggi. NON CI HANNO ENTUSIASMATO... • l’interior design un po’ troppo americano • il prezzo un po’ troppo eccessivo • l’offerta food, buona ma un po’ limitata, solo “da forno”
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