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22 Mixer / NOVEMBRE 2018 PUBBLICO ESERCIZIO Spreco alimentare E perché i clienti non adottano tale comportamento? Secondo un ristoratore su due per imbarazzo a cui seguono scomodità (19,5%) ed indifferenza (18,3%). Eppure non sono pochi i ristoratori (43%) che tenta- no di superare l’imbarazzo dei clienti comunicando che si ha la possibilità di portarsi via cibo e vino non consumati. Poi c’è un 34% che lo fa raramente e il restante 23% mai. Contro gli sprechi alimentari al ristorante c’è, più o meno da sempre, la “doggy bag”, ossia semplice- mente un contenitore in cui portar via gli avanzi del pasto. Ma, soprattutto per imbarazzo, la doggy bag è ancora utilizzatamoltomoltopoco. Tuttopotrebbe cambiare ora che dalla Fipe, in collaborazione con Comieco, è stato coniato un nuovo termine per ali- mentare la cultura antispreco del cibo: rimpiattino. Un progetto che si propone, attraverso il coinvolgi- mento diretto del mondo della ristorazione, di fare della doggy bag una pratica sempre più consolidata nella cultura italiana. Il rimpiattino , che prevede sia il formato per il ci- bo che quello per il vino, approderà in 1.000 risto- ranti in tutta Italia, ma sono già oltre 30.000 i locali pronti ad aderire al nuovo progetto. nella preparazione in cucina e nella conservazione. Parte del cibo viene scartata a volte soltanto per problemi che hanno a che fare con l’estetica (vale il detto “ anche l’occhio vuole la sua parte ”) piuttosto che con la qualità e la salubrità. Il cibo ordinato e non consumato non è poco. Per il 14,3% dei ristoratori intervistati è molto e per il 40,5% è abbastanza. Solo per un residuale 5,4% non c’è spreco. La consuetudine di portarsi a casa il cibo ordinato e non consumato riguarda solo una piccola parte della clientela (15,5% per il cibo e l’11,8% per il vino).

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