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BENITO NONINO CON LE VINACCE NOVEMBRE 2018 / Mixer 27 si è sposata ha affiancato subito nostro padre in distilleria e lo ha seguito nel suo lavoro. Il loro grande desiderio era di far amare e apprezzare la grappa agli intenditori di distillati internazionali. Così i nostri genitori hanno iniziato a fare spe- rimentazione, prove dopo prove, per migliorare sempre di più la qualità della loro grappa”. NASCE IL MONOVITIGNO ® Gli sforzi di anni vengono compensati quando, nel 1973, Giannola e Benito distillarono un prodotto unico nel mondo della grappa: il Monovitigno ® , ottenuto distillando sepa- ratamente le vinacce dell’uva Picolit, il vitigno autoctono del Friuli più nobile e raro, per portare nel Monovitigno ® Nonino il sapore e il profumo del vitigno d’origine. Dopo quella prima distillazione, la gamma Monovitigno ® grappa Nonino si è arricchita via via di altre varietà del territorio, una scelta che portò Giannola e Benito, nel 1975, a istituire il Premio Nonino Risit d’Aur – barbatella d’oro. “Dopo la creazione del Monovitigno ® Picolit – ricorda Antonella – i nostri genitori volevano distillare altri vitigni autoctoni e si accorsero che i più rappresentativi stavano scomparendo a causa di un motivo burocratico: la Comunità Europea ave- va chiesto il censimento dei vitigni presenti sui territori e queste varietà autoctone non erano state censite. Non era più possibile vendere il vino con il nome del vitigno e con gli anni molti viticoltori li stavano abbandonando. Il Premio, conferito a viticoltori e ricercatori, nacque con l’obiettivo di promuovere valorizzare e far ufficialmente riconoscere Schioppetino, Pignolo, Tazzelenghe e, in misura diversa, la Ribolla”. Un risultatocheèpoi statoottenutonel 1978, grazie ai Nonino che, non solo hanno salvato i vitigni friulani, ma con il premio hanno avviato il “Movimento culturale delle varietà autoctone italiane in via di estinzione”. QUALITÀ 100% CON METODO ARTIGIANALE La famiglia Nonino ha sempre fatto ricerca e investito nella qualità, ottenuta: lavorando sulla materia prima, capendo da subito l’importanza della relazione con i fornitori e man- tenendo il metodo di distillazione artigianale discontinuo. “Negli anni Sessanta, in pienoboomeconomico – ci racconta Antonella – molte distillerie per far fronte alla richiesta di maggior quantitativo di grappa tradizionale si sono dotate di impianti di distillazione continui-industriali. Nostro padre invece ha voluto continuare a distillare con metodo 100% artigianale utilizzando alambicchi discontinui a vapore in ra- me che, a tutt’oggi, resta il metodo migliore per ottenere grande qualità e portare nella grappa le miriadi di composti che vanno a costituirne la ricchezza aromatica”. I Nonino presidiano attentamente la filiera e, per avere una materia prima di altissima qualità, consegnano direttamen- te ai fornitori, all’inizio della fase della pigiatura, appositi cassoni per alimenti e in poche ore provvedono con mezzi propri al recupero. LE RICHIESTE DI TRASPARENZA IN ETICHETTA Nonino si è sempre esposta in prima persona a tutela della grappa di qualità e negli anni Ottanta, per esempio, i Nonino hanno creato l’Acquavite d’Uva ÙE ® per la quale hanno dovuto ottenere l’Autorizzazione Ministeriale alla produzione che è arrivata con D.M. il 20 ottobre 1984 creando un nuovo segmento di mercato ÙE ® . L’Autorizzazione l’anno seguente è stata estesa a tutti i distillatori italiani. Oggi la famiglia Nonino è impegnata per ottenere maggiore trasparenza della produzione e della filiera. “Chiediamo che sia obbligatorio – racconta Antonella – riportare in etichetta il nome del produttore, se è diverso dall’imbottigliatore, così che il consumatore riceva le corrette informazioni su chi sia distillatore o solo imbottigliatore e possa scegliere meglio che grappa acquista. Una richiesta che portiamo avanti da trent’anni ma che ad oggi non è ancora legge”.
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