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tante ore, non è sempre facile e non credo che questo fattosia salutare.Ancheperché il nostroèun lavoroche non si improvvisa dall’oggi al domani. Ma intanto ci dà la possibilità di parlare di quello che stiamo facendo e allargare la filosofia della buona cucina. Tu come hai cominciato? All’universitàho incontratomiomarito, è statauna clas- sica storiad’amore: i suoi genitori avevanouna trattoria semplice nella campagna slovena e io ho rinunciato alla mia carriera per seguirlo. E il successo com’è arrivato? Lavorando duro. Non c’è altra risposta. Ero sempre in cucina, non ho mai detto di no, io credo che ogni lavoro duro viene ripagato. È stata una storia naturale di passione e di intelligenza. testa esprime quello che vede intorno a sé. Oggi ad esempio c’erano tanti funghi che stanno esplodendo e sono la più grande espressione della natura in questo momento. Domani ci sarà la castagna, adesso ci sono le mele, le noci. Se vuoi lavorare in questo modo devi essere molto sveglio. Come ti sei avvicinata alla cucina? Sonoautodidatta.Nata inuna famigliamoltoambiziosa, papàmedicoemamma giornalista, dopo il liceo lingui- sticohofrequentatoscienze internazionalidiplomatiche all’Universitàdi Trieste,mi sono laureata in italiano,parlo sei lingue: sloveno inglese francese italiano spagnolo tedesco, ho anche basi di portoghese e parlo croato. Noi sloveni siamo molto aperti alle lingue, siamo una nazione piccola, per noi parlare le lingue è essenziale per comunicare con il mondo. Anche nel nostro lavoro le lingue sono importanti. Come si diventa, dalla “periferia dell’impero”, famosi in tutto il mondo? Ah non lo so. Non ci homai giocato suquesto. Qualche volta mi dà anche fastidio perché amo la mia intimità, il rapporto con i miei figli [un maschio e una femmina di 14 e 15 anni, ndr]. Loro fanno atletica leggera e quando li porto alle garemi dicono: “se c’è qualcuno che vuole fare una foto devi dire di no”, ed è giusto così. È difficile perché noi chef siamo a volte trattati da rockstar ma non lo siamo: adoperiamo le mani, lavoriamo duro per NOVEMBRE 2018 / Mixer 47 A Milano: un ristorante, tanti chef Un ristorante che ospita ogni settimana grandi nomi della cucina italiana e internazionale, con un menu a prezzo fisso: la formula, già sperimentata a Expo, torna a due passi da Piazza della Scala nello spazio Identità Golose Milano , aperto a settembre. Un luogo immaginato per ospitare iniziative dedicate alla ristorazione e ai suoi maggiori interpreti, ma anche uno spazio votato alla didattica e alla divulgazione. Aperto tutti i giorni per la pausa pranzo e per la cena, ogni settimana ospiterà in cucina un nuovo grande chef invitato a proporre un menu di quattro portate – ognuna abbinata a un calice di vino – ad un costo di 75 euro. Fittissimo il programma che a dicembre vede nomi come Massimo Bottura e Alain Ducasse, Rodrigo Oliveira, Cristina Bowerman, Alfonso Caputo e Andrea Ribaldone.

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