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78 Mixer / NOVEMBRE 2018 T radizione, racconto e riconoscibilità della qualità, questo desidera il mondo dall’espresso italiano. Lo spiega Matteo Borea, responsabile commerciale export de La Genovese , azienda socia dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano (Inei). Come si arriva nel mondo? Chi si avvicinaallanostraaziendahagiàunasua identità, ricerca garanzie di qualità e tradizione. Le ritrova nella certificazione Inei e nel contesto famigliare dell’azienda. Si incontrano di- stributori nelle fiere, attraverso il web veicolati anche da Inei. Bisogna poi seguire la propria filosofia e mantenerla, dare al cliente novità, garantire continuità e mantenere la relazione creando un rapporto umano, offrire servizi e presentarsi a eventi e fiere quando invitati. Non rinunciamo mai a far visi- tare la torrefazione e fare conoscere noi, il nostro lavoro e il mondo immenso che vi è dietro ogni tazzina. Con quali prodotti si va all’estero? L’espresso italiano è per eccellenza il prodotto su cui puntare nel mondo, basta quello. Bisogna esportare la sua cultura e fornire indicazioni su come estrarlo, per questo la forma- zione svolta dall’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac) è importantissima. I numerosi baristi evoluti nel mondo determinano il livello su cui giocano i distributori. Anche i clienti finali diventano più curiosi e contenti di assaggiare l’espresso originale. Cosa è richiesto? I distributori hanno bisogno di riferimenti per orientarsi e tro- vareargomentazioni, si documentanoechiedonopiù risultati in tazza. Noi spieghiamo loro che l’esperienza sensoriale in tazza va coltivata e risvegliata. Su questi mercati i produttori possono sperimentare e dare nuove sensazioni, creare tazze diverse e valorizzare la materia prima. Il mito della ricetta segreta è caduto da tempo, bisogna raccontare le origini e la miscela, chi non lo capisce arriva tardi. Quali sono i mercati più interessanti oggi? I mercati asiatici hanno grande credibilità poiché hanno pro- fessionalità e numeri elevati. Il Giappone ha una mentalità rispettosa e vuole conoscere il prodotto a fondo. Anche il nord Europa ha ottime potenzialità. Gli Emirati Arabi hanno ottime prospettive economiche, ma devono ancora arrivare realtà come l’Inei e lo Iiac per trasmettere la nostra cultura. Qualèl’importanzadiIneiperl’espressoitalianonelmondo? Inei è fondamentale, perché da soli non avremmo le risor- se necessarie per agire a livello mondiale, bisogna unirsi e condividere esperienze e cogliere opportunità importanti, andare insieme all’estero e nelle fiere internazionali: con altre torrefazioni socie siamo sbarcati a Londra in un unico locale per offrire al cliente finale diversi stili di espresso italiano tra cui scegliere. Futuristico? Potrebbe essere all’or- dine del giorno anche in Italia: torrefattori unitevi! L’Istituto Nazionale Espresso Italiano (www.espressoitaliano.org ), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine e macinadosatori e altri sodalizi che volgono la loro attenzione all’espresso di qualità, oggi conta 35 soci con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. di Claudia Ferretti MATTEO BOREA L’espresso italiano nel mondo accompagna il cliente per mano ESPRESSO ITALIANO NEL MONDO È SINONIMO DI QUALITÀ E TIPICITÀ, MA L’ECCELLENZA SI CREA ACCOMPAGNANDO I CLIENTI PER MANO E GARANTENDO IL RISULTATO SENSORIALE IN TAZZA
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