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126 Mixer / DICEMBRE/GENNAIO 2019 Il Sommelier MISCONOSCIUTI, CONSIDERATI A LUNGO VITIGNI MINORI, EPPURE TESTIMONIANZA DI GRANDE IMPORTANZA AMPELOGRAFICA Romagnolo verace, Luca Gardini inizia giovanissimo la sua carriera, divenendo Sommelier Professionista nel 2003 a soli 22 anni, per poi essere incoronato, già l’anno successivo, miglior Sommelier d’Italia e – nel 2010 – Miglior Sommelier del mondo. S ono loro il passaggioobbligatoper compren- dere larealtàenologicadiquell’incontaminata fettadell’Emilia-Romagnachesi affaccia sulla foce del Grande Fiume. Sto ovviamente par- lando dei Vini delle Sabbie, spesso – distrattamente e colpevolmente – considerati fattispecie marginali dalla storia della vinificazione italica, ora invece più che mai, e per tante e motivate ragioni, centrali in una stagione che potremmo definire 2.0. Ne parlo a lun- go e piacevolmente con Sante Baldini, presidente del ConsorzioTutelaviniDOCdel BoscoEliceo, consedea Ferrara. “Come tutti sanno esistono due versioni della comparsadi quellache tante testimonianze, compreso il Veronelli, chiamano ‘uva d’oro’, la capostipite della DOC,”ci dice, “una leggendaria, eunadocumentabile. FANTASIA E REALTÀ La leggenda vuole che Renata di Valois-Orléans, nata principessa di Francia, poi duchessa Renata di Francia, al momento di sposarsi con Ercole II d’Este, duca di Ferrara, portasse in dote alla Corte alcune barbatelle di questo vitigno a bacca nera, noto come fruttana , o vino della Côte-d’Or (Borgogna), da cui la trasposi- di Luca Gardini LA PROFESSIONE zione italianizzata. La versione documentabile invece è che fin dalla metà del XVI secolo l’uva era coltivata nella nostra zona. Più tardi, verosimilmente, un grande apporto in termini di sviluppo e insieme protezione del vitigno si deve ai frati benedettini di Pomposa e Classe, dalla metà dell’800 in poi.” La storia recente inveceèrisaputa: catalogazionecomeFortananel 1985, DOC dal 1991. IL TERRITORIO Attualmente la coltivazione del Fortana è diffusa in un’area a cavallo tra le province di Ferrara e Ravenna, dove le uve di questo vitigno sono alla base del DOC Bosco Eliceo Fortana, con propaggini anche nel par- mense, inparticolarenellecosiddette ‘terreverdiane’ e lungo il vecchio corso del fiume Taro. “Con la caratte- ristica” mi dice ancora Sante, “che il vitigno di Fortana rimane “franco di piede”, dato che i terreni sabbiosi e fluviali, i dossi e i boschi di lecci caratteristici della nostrazona,probabilmentecoadiuvatidal climaumido, hannomessoal riparo i vitigni dallaproliferazionedella fillossera dell’800, non rendendo quindi necessario l’innesto su radice di vite americana.” Un vino sano, quindi, vinificato sia in versione naturalmente frizzante che spumantizzata conmetodo classico. E che denota miglioramenti consistenti sia in cantina che in vigna, se è vero come è vero, che è già stata commercia- lizzata la prima versione di Fortana biologico, nato dalla collaborazione tra la casa Vinicola “Mattarelli” e la Cooperativa Agroalimentare “Giulio Bellini” di Argenta. L’operazione di recupero di varietà desuete come il Montuni e l’Ursiola, peraltro, si continua ad af- Vini delle sabbie

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