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76 Mixer / FEBBRAIO 2019 Il Sommelier UN VENETO “ANOMALO” CHE NON CERCA FACILI GUADAGNI, MA PUNTA SULLA TRADIZIONE, COME GLI AUTOCTONI E LA BELLUSSERA Romagnolo verace, Luca Gardini inizia giovanissimo la sua carriera, divenendo Sommelier Professionista nel 2003 a soli 22 anni, per poi essere incoronato, già l’anno successivo, miglior Sommelier d’Italia e – nel 2010 – Miglior Sommelier del mondo. S e vi dicessi che dall’alto un vigneto può sembrare un enorme nido d’ape probabil- mente mi prendereste per pazzo. Eppure a volte capita: o almeno capita a Cà di Rajo. Merito, detto per inciso, della strabordante passio- ne di una famiglia il cui capostipite, nonno Marino, ha appena festeggiato l’80esima vendemmia, e al momento non ha nessuna intenzione di appendere, per così dire, le forbici al chiodo. Ma andiamo con ordine: l’ossessione per la viticoltura a Rai di San di Luca Gardini LA PROFESSIONE Polo di Piave - bellissimo comune in provincia di Treviso - sede della cantina, ha radici profonde: risale infatti a più di 80 anni fa, anche se nel 2005 prende la forma di Cà di Rajo, brand creato dal nipote di Marino, Simone, oggi alla guida dell’azienda insieme ai fratelli Fabio e Alessio. Timonieri giovanissimi, va detto, ma ambiziosi e – anche loro – con i piedi ben piantati nell’amata terra, dato che dai circa 100 ettari di vigneti (tra Veneto e Friuli) e dalla cantina escono Prosecco, Malanotte, Raboso Piave Doc, Manzoni bianco, Pinot grigio, Chardonnay, Sauvi- gnon, Cabernet sauvignon, Cabernet franc, Merlot, più escursioni in zona marzemina bianca e Manzoni rosa in rarissima versione spumantizzata, esportati attualmente in più di 50 paesi. VALORIZZARE LA TRADIZIONE Ed è proprioquesta la chiave per interpretare il lavoro di Ca’ di Rajo: un Veneto anomalo (almeno nel quadro Ca’ di Rajo, passione antica
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