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FEBBRAIO 2019 / Mixer 79 LA PROFESSIONE in difetto, e decidendo quindi di fare di necessità virtù (in breve: bevendosi la tazzina così com’era). Il titolare del locale, curioso di sapere se almeno l’ultima tazza fosse di gradimento, mi chiedeva quindi un giudizio: rispondevo che avevo apprezzato lo sforzo ma il risultato era ancora lontano dalle aspettative. Allorché iniziava da parte del boss la solita cantilena: “ci tengo alla soddisfazione dei clienti”, “sono trent’anni che faccio il barista con passione”, “i clientimi fanno i complimenti”, “vendiamoquantità importanti di caffè”, “i miei collaboratori mi seguono ciecamente senza fiatare”. Caso eclatante di eccesso di legittima difesa: insom- ma a fronte di un mio giudizio non entusiasta sulla tazzina il signore sfoderava un intero repertorio di grandi classici. Invece, tutto sommato, gli sarebbe statomolto più utile ricor- rere alle cinque W di cui all’inizio: Chi? Cosa? Dove? Perché? Quando? Un’auto-analisi che ogni barista potrebbe farsi re- golarmente, quasi fosse un tagliando morale. Chi sono io? Risposta auspicata: un professionista. Cosa faccio? Regalo momenti di gioia ai clienti. Dovemi trovo? Dietro al bancone del mio bar (e ci metto la faccia). Perché sono qui? Essere in questo luogo mi gratifica e mi dà energia positiva. Que- ste dovrebbero essere le risposte, segno di un amore vero per il proprio lavoro. Veniamo però all’ultima, forse quella più rilevante: quando sono qui? Se la risposta è “sempre”, consiglio di togliersi appena possibile il grembiule, saltare a piè pari il banco e correre furiosamente verso nuove espe- rienze e situazioni. Altrimenti si rischia di affogare nell’auto- referenzialità come il signore di cui sopra e cullarsi nell’idea di essere sempre i più bravi. Questo fino a quando qualcuno non apre un locale vicino al vostro dove la tazzina è miglio- re (applauso a scena aperta) o costa semplicemente meno (cori di disapprovazione, ma così va il mondo). Global Coffee L’autore è Consigliere dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè e Amministratore del Centro Studi Assaggiatori www.assaggiatoricaffe.org CARLO ODELLO L e cinque W sono una presenza immancabile in tutti i corsi di giornalismo, un mantra dolce e confortante a cui aggrapparsi nell’impostazione di ogni articolo di cronaca, un facile ed efficace mezzo per giudicarne la sua compiutezza almeno nelle linee essenziali. Who,What,Where,Why,When : i cinquecardinidell’azionedi ogni giornalista. Eppure,mi sono tornate inmentepocodopo una piacevole, ma infruttuosa, conversazione con un barista. Tacerò luogo e tempo di questo scambio di idee, poiché non voglio porre al centro della disquisizione il professionista, ma solo la sua visione del mondo (professionale, naturalmente). Il confronto, garbato e disteso ma pur sempre confronto, è nato da un espresso che aveva fretta. In verità il macinato nel portafiltro avrebbe voluttuosamente desiderato essere attraversato da quel piacevole flusso di acqua calda qual- che secondo in più, ma qualcuno aveva omesso di verificare la macinatura causando una conclamata sottoestrazione in tazza. Il sottoscritto lo faceva notare, ottenendo una nuova tazza, a sua volta ancora sottoestratta, e poi un’altra, ancora CHI? COSA? DOVE? PERCHÉ? QUANDO? L’AUTOANALISI CHE SERVE AL BARISTA! di Carlo Odello L’espresso che aveva fretta

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