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PUBBLICO ESERCIZIO Ghost Distilleries 22 Mixer / MARZO 2019 i ill i NELLE CANTINE DELLE AZIENDE FALLITE NEGLI ANNI ’80 SI TROVANO DISTILLATI PREZIOSI E UNICI, UNA RISERVA FINITA E RICERCATA. CON UNA STORIA TUTTA DA RACCONTARE di Anna Muzio W hisky is risky dicono gli scozzesi. Ov- vero, dietro il glamour, il tintinnio dei tulipe e i film di James Bond, il me- stiere di distillare il notissimo liquore scozzese è tutt’altro che semplice. Soprattutto per una questione di tempi: tre anni come minimo in botte perché si possa parlare di scotch whisky. Pianificareèdunque fondamentalema è anche impos- sibile sapere a medio termine come andrà il mercato. Risultato: molti “piccoli” con poca liquidità in passato hanno dovuto chiudere, abbandonando la distilleria con botti piene ad invecchiare. Sono le cosiddette ghost distilleries, le distillerie fan- tasma, chiuse perché la produzione si è fermata ma in certo senso ancora attive perché potenzialmente con dei tesori in cantina. Sono giunte alla ribalta delle cronache nel 2015 con l’annuncio che Diageo avrebbe riaperto due storici stabilimenti, Brora e Port Ellen, chiusi nel 1983: la produzione ripartirà l’anno prossimo, nel 2020. In altri casi questi esempi di archeologia industria- Dalle distillerie fantasma i whisky del passato
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