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MARZO 2019 / Mixer 77 vedere la luce tra le falde ampie, talvolta soffocanti, del potentato del Barolo, a Piozzo, (una sorta di lesa maestà, ostentata dopo l’inaugurazione, nel 2017, del discutibilema significativo parallelepipedo di 25metri per 10 a forma di scatola di birra contenente il nuovo stabilimento produttivo) ha contribuito a fare capire che una nuova era, più rock di quella considerata re- azionaria della viticoltura, fosse arrivata. UNO SCENARIO “RIGOGLIOSO” Tutto questo ha fatto della birra Baladin un ‘oggetto’ sostanzialmentenuovonel panoramanazionalee inter- nazionale.Comedicevo, il capostipitedi unmovimento. Unabirrachepuòesseresuggerita,senzaesseretacciati di iconoclastia, in abbinamento con il cibo, anche con la cucina ‘alta’, uscendo dallo stereotipo del prodotto da pub o da consumare con la pizza. Se ci pensate, un cambiamento epocale. Lo scenario attuale è indi- scutibile, e molto florido. Le birre artigianali italiane sono spesso protagoniste dei festival internazionali, in un mercato che conta 18.000 birrifici (di cui 5.000 solo negli USA) e un giro d’affari complessivo di circa 6 miliardi di euro, con 50 milioni di litri prodotti. I nomi di riferimento, nel panorama attuale, sono diversi. Per citarnequalcuno, e scontentarnemolti (maper espiare vi consiglio di intraprendere da soli una ricerca seria e meticolosa sul campo) sono la Foglie d’Erba di Forni di Sopra, la CR/AK di Capodarsego, recente vincitrice del titolo nazionale, la Canediguerra di Alessandria, la Loverbeer di Marentino e, citazione obbligata, la Col- lesi, che con la suaUbi ha vinto lamedaglia d’oro comemigliore ‘dark’ alWorldBeerAwards2018. razione del 1986, sotto le spoglie di un bar di paese (battezzato ‘LeBaladin’, ovverosia ‘cantastorie’ in fran- cese arcaico), inparte come ribellione nei confronti del padre viticoltore, la creazione del mastro birraio Teo Musso, bohémien e visionario insieme, è tuttora, sotto molti aspetti, un’esperienza irripetibile.Approdatoalla dimensione del brewpub (ai tempi inedita in Italia) nel 1996, con produzione esclusiva di birre a marchio, dal 2012 Baladin si assume integralmente la responsabili- tà della filiera produttiva, partendo ovviamente dalla ricerca delle materie prime: il malto d’orzo arriva dalla Basilicata, mentre parte del luppolo necessario alle cotte è ‘a km 0’, provenendo dal Piemonte. Al mo- mento attuale sono oltre trenta le ricette costruite e prodotte, che condensano sapienza artigianalee taste development da parte del wunderteam di Musso. Tra le storiche la Nazionale, la prima birra Made in Italy al 100%, e la Isaac, dedicata al primo figlio di Musso, una blanche irripetibile. BIRRA, UNA SCELTA “ROCK” Ma in effetti le caratteristiche che hanno contribui- to a creare il fenomeno Baladin sono molteplici. In- nanzitutto le capacità comunicative e di marketing, concretizzate in un approccio visivo rivoluzionario (a partire dal packaging della bottiglia da 75 cc, da quel momento distintivo del prodotto artigianale, poi la curadei dettagli, laproposta commerciale aggressiva, un’esplicita sfida sul campo al vino), accompagnata all’indiscutibilequalitàdel prodotto finito.Oltreaque- sto, la collocazione geografica della Baladin, quel suo
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