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MARZO 2019 / Mixer 7 Per quanto riguarda lapizza, laConfederazionenazio- nale dell’artigianato e della piccola e media impresa (CNA) stima cheogni giorno vengano sfornate in Italia 8 milioni di pizze, per un totale di circa 3 miliardi in un anno. Le imprese che vendono pizze sono circa 127 mila, di cui circa 76 mila sono esercizi pubblici dedicati alla ristorazione. Circa lametàdi questi ultimi sono bar con pizzeria e la restante metà circa sono ristoranti conpizzeria. I pizzaioli impiegati nell’attività – si legge invece in una nota – sono quasi 105 mila, ma superano i 200 mila nei fine settimana. Anche qui il primato tricolore sembrerebbe inattaccabile. Ma un altro studio, promossodaColdiretti e condotto da Ixè, rivela che nel nostro Paese due pizze su tre sono in realtà “straniere”. In che senso? Nel senso che sono prodotte con farina, pomodoro, mozzarella e olio non italiani. Lo dicono i dati: ogni anno, infatti, importiamo circa 480 milioni di chili di olio di oliva e sansa, oltre80milioni di chili di cagliatepermozzarelle, 105 milioni di chili di concentrato di pomodoro – dei quali 58 milioni dagli Usa e 29 milioni dalla Cina – e 3,6 miliardi di chili di grano tenero. PRIMATI CHE RESISTONO, MA SOTTO PRESSIONE Secondo dati di Confagricoltura, l’Italia produce 3,36 milioni di tonnellatedi pasta l’annoe risultasaldamente al primo posto anche nella classifica dell’export, con 1,9 milioni di tonnellate. L’Italia rimane forte dei suoi primati, della sua storia edella sua tradizione culturale e rappresenta ancora ad oggi il 67% della produzio- ne europea e circa un quarto dell’intera produzione mondiale. In pratica un piatto di pasta su 4 mangiato nel mondo e circa 3 su 4 in Europa vengono preparati con pasta italiana. Ma colpisce il balzo di produttori extra-UE come la Turchia, dove laproduzionedi pasta è cresciuta del 77% in soli 5 anni, passando da 850 mila a oltre 1,5 milioni di tonnellate.

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