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APRILE 2019 / Mixer 1 Barlady, non è solo moda Sensibilità, creatività e diplomazia i plus delle donne dietro il bancone, ma a costo di maggior fatiche rispetto ai colleghi maschi M eno occupate, meno pagate, spesso meno soddisfatte del proprio lavoro. Quando si parla del lavoro al femminile, in termini generali e non riferendosi in modo particolare al nostro settore, il quadro appare davvero desolante per il gentil sesso. E la cosa non riguarda solo il nostro Paese. I dati Eurostat dicono che il tasso dell’occupazione femminile tra i 20 e i 64 anni resta di 11,5 punti in- feriore a quello dei coetanei maschi: il 66,5% contro il 78%. Un divario che varia molto da Paese a Paese: solo un punto in Lituania, 3,5 in Finlandia, 4 in Svezia. All’estremo opposto della scala, il maggior divario occupazionale tra uomini e donne a Malta (24,1 punti percentuali), seguita da Italia (19,8) e Grecia (19,7). Ma c’è di più. La parità salariale è solo un miraggio e le donne continuano ad essere meno pagate de- gli uomini. Solo a titolo d’esempio, tra i laureati che lavorano a tempo pieno, la differenza di stipendio è del 18,3% in favore dei maschi: 1.675 euro netti mensili rispetto ai 1.416 euro delle donne. In generale nelle aziende italiane – dice l’Eurostat – le donne guada- gnano il 17,9% in meno degli uomini. È normale che la disparità di trattamento in busta paga e i carichi di lavoro casa-ufficio si traducano poi in frustrazione e insoddisfazione. A loro, alle donne e alle “ragazze che fanno grandi sogni” come cantava Bennato, che “forse peccano di ingenuità ma l’audacia le riscatta sempre” è de- dicato questo numero. La nostra giornalista Nicole Cavazzuti è andata alla scoperta del mondo delle barlady, un settore in passato quasi esclusivamente maschile, dove oggi il gentil sesso ha raggiunto una posizione che poco o nulla ha da invidiare a quello dei colleghi maschi. Vincono le competizioni, sono richiestissime dietro il bancone di discoteche, cocktail bar e hotel, sono le regine assolute dei locali. Sicuramente oggi le donne della mixability sono “di moda”. Ma cosa c’è dietro questo trend favorevole? Dalla nostra inchiesta emer- ge che ci sono alcune caratteristiche “al femminile” che si rivelano delle armi vincenti nel lavoro. Una certa predisposizione “naturale” per l’organizzazione e la precisione, epoimaggior sensibilità, creativitàe intuito, tutti elementi fondamentali per realizzare cocktail in grado di conquistare i clienti. Non a caso, tra le ulteriori caratteristiche vincenti delle barlady, c’è una maggior empatia verso i clienti, una certa arte diplomatica e di mediazione, che in contesti affollati e rumorosi sono essenziali per creare e mantenere la giusta armonia. Sul fronte delle retribuzioni economiche, ci sono buone notizie perché a parità di mansione le barlady non sembrano guadagnare cifre inferiori rispetto ai colleghi maschi. Il problema semmai è a monte, ossia, nel duro lavoro che le ragazze devono fare per vincere la diffidenza iniziale nei loro confronti e, poi, per con- quistare la fiducia dei clienti più tradizionalisti. Una volta raggiunta la posizione, diventate magari titolari di attività, i problemi non sono finiti, perché non tutti i bartender accettano di buon grado “ordini” da una donna e occorre una dose di fermezza in più per farsi rispettare da una squadra prevalentemente maschile. Ma col tempo le cose cambiano… L’EDITORIALE di David Migliori

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